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Ferrara, il nuovo consiglio comunale con molte facce note

Stefano Ciervo
Ferrara, il nuovo consiglio comunale con molte facce note

Entrano con la lista Fabbri diversi ex. Al top i vertici di giunta

11 giugno 2024
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Ferrara Un consiglio comunale parecchio cambiato, quello che esce dal voto del weekend, almeno nella consistenza e denominazione dei gruppi: meno per quanto riguarda i nomi. La Lista Fabbri, dominatrice di questa tornata, ha preso in sostanza il posto della Lega anche come occupazione degli scranni consiliari, ma essendo stata costruita con grandi apporti di consiglieri ex di altre liste (per Fabbri, Maggi e Lega), alla fine si rivedranno diversi volti conosciuti. In linea di massima, quindi, dovrebbe alzarsi il tasso di esperienza e competenza rispetto all’assise di cinque anni fa, che vedeva davvero tanti "absolute beginners" soprattutto sui banchi della Lega, con i risultati poi noti. Sono 20 i consiglieri di maggioranza, su 32, ai quali si aggiunge lo stesso Alan Fabbri, mentre all’opposizione ne vanno 12.La suddivisione all’interno delle liste dipende anche dai decimali, visto che basta uno zero virgola per cambiare l’assegnazione di un seggio. A tarda ora ballava un seggio in entrambi i campi. Alla lista Fabbri andranno più 11 seggi, a partire dal re delle preferenze, Francesco Carità, per proseguire con Silvia Fabbri, Angela Travagli, Loredana Valentina Ionita, Giacomo Gelmi, Marco Gulinelli, Francesca Savini, Francesco Rendine, Luca Caprini, Alice Formignani, Patrizio Girotti (eventualmente Eleonora Costa o Fabiano Campi in caso di uscite). Da notare il basso numero delle preferenze espresse per i candidati, con l’eccezione appunto dell’ex Maggi, che conferma il ruolo di traino assoluto del sindaco. Fratelli d’Italia è il secondo gruppo per consistenza, con l’assessore Alessandro Balboni a trainare il gruppo (è destinato a lasciare libera la poltrona per tornare appunto in giunta), e in scia, a rispettosa distanza, il consigliere uscente Federico Soffritti, Chiara Scaramagli, Camilla Mondini e Alberto Carion (o Iolanda Madeo). La Lega porterà tre, più che due, consiglieri: anche in questo caso il numero uno, Nicola Lodi, è destinato a lasciare il posto, e ci sono pure gli assessori uscenti Cristina Coletti e Dorota Kusiak a puntare alla riconferma, poi ci sono il consigliere uscente Massimiliano Guerzoni e Stefano Perelli: resta fuori l’ex capo della Mobile, Pietro Scroccariello. Per i due di Forza Italia, oltre a Matteo Fornasini, ci sono Diletta D’Andrea e Francesco Levato. Restano fuori Andrea Maggi («sapevamo che era dura, con una lista civica pura, ma sono comunque contento di aver contribuito alla vittoria di Fabbri») e l’Udc, lista pure allestita con molte ambiziose. Nel campo dell’opposizione, la fa da padrone il Partito democratico che porta a casa sette seggi. Con ancora qualche numero incerto, li occupavano Anna Chiappini, Davide Nanni, Sara Conforti, Massimo Buriani, Enrico Segala, Matteo Proto ed Elia Cusinato (o Laura Roncagli e Maria Dall’Acqua).

Tra gli esclusi c’è ad esempio Giorgio Scalabrino Sasso, un braccio destro del segretario comunale Alessandro Talmelli. Piuttosto "stretta" la forbice tra le preferenze della Lista Anselmo, che porta a casa due consiglieri oltre al candidato sindaco: se la giocavano Arianna Poli, in testa per tutto lo spoglio, Adam Atik, Leonardo Fiorentini, già consigliere ambientalista. A completare il quadro dei consiglieri di opposizione c’è Anna Zonari, la candidata sindaca de La Comune, che ha superato con le sue liste la soglia del 3%. Cosa che non è riuscito a fare Daniele Botti (Ferrara Futura), nonostante una mini-rimonta nella seconda parte dello spoglio pomeridiano. Si concretizzava la possibilità anche per il M5s, cioè Marzia Marchi. È probabile che l’insediamento del nuovo consiglio si svolga con tempi abbastanza celeri, già entro la prima metà di luglio, se non altro per le tante questioni rimaste in sospeso dalla consiliatura appena conclusa: c’è ad esempio un Piano urbanistico generale, attualmente "congelato" nonostante le richieste reiterate da parte di decine di cittadini di modifiche di molti pareri negativi, che attende il passaggio conclusivo appunto in Consiglio comunale. Le procedure dovrebbero essere più "oliate" rispetto a cinque anni fa, quando andò in scena un cambio politico-amministrativo epocale.