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In tribunale

Ferrara, soffocò la madre: via al processo

Daniele Oppo
Ferrara, soffocò la madre: via al processo

Sandro Biondi, 53anni, è imputato di omicidio aggravato

14 giugno 2024
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Ferrara Non si prospetta un processo lungo per Sandro Biondi, l’uomo di 53 anni imputato per l’omicidio aggravato della propria madre, Maria Sassoli (81 anni), uccisa nell’appartamento Acer di via Argante, al Barco, dove entrambi vivevano. Ieri mattina si è tenuta la prima udienza davanti alla corte d’assise presieduta dalla giudice Piera Tassoni, chiamata a giudicare l’uomo che già nel corso delle indagini condotte dalla polizia di Stato e coordinate dal sostituto procuratore Andrea Maggioni ha confessato di essere stato l’autore dell’omicidio. L’udienza è stata molto rapida: la difesa - avvocati Francesco Andriulli e Guido Guida - hanno dato l’assenso all’acquisizione nel fascicolo del dibattimento di tutti gli atti presenti nel fascicolo del pubblico ministero: in altre parole, significa che gli atti d’indagine entrano tutti nella conoscenza dei giudici togati e popolari, senza necessita di acquisizione in contraddittorio. Qualche attività istruttoria però verrà fatta: nella prossima udienza già fissata per il 18 settembre. In particolare verrà sentito uno dei poliziotti che ha condotto le indagini e, soprattutto, verrà ascoltato il consulente psichiatrico della procura, lo psichiatra forense Luciano Finotti, che nella sua analisi aveva escluso che Biondi fosse in uno stato di incapacità di intendere e di volere quando uccise la madre pur avendo individuato nell’imputato un quadro di disturbo ansioso-depressivo con alcuni tratti di disturbi vari della personalità. «Attendiamo l’esito dell’esame del consulente per valutare se chiedere o meno una perizia psichiatrica», spiegano gli avvocati Andriulli e Guida. L’omicidio avvenne il 23 febbraio del 2023, al Barco, in un’abitazione al piano terra di una palazzina Acer di via Argante. Fu lo stesso Biondi, quella mattina, a chiamare la polizia, avvisando di aver ucciso la madre. Da quanto emerso, l’uomo aveva soffocato la madre usando un cuscino, comprimendole al contempo il torace, impedendole così ogni tentativo di respirare. Il perché di tale azione, se davvero ce n’è uno, non è emerso finora con limpidezza. Fin da subito si era parlato di contrasti tra madre e figlio - nel tempo c’erano stati dei diverbi molto accesi che negli anni passati avevano anche comportato qualche intervento delle forze dell’ordine nell’abitazione, senza che mai ci fossero in ogni caso conseguenze particolari o emergessero situazioni ritenute preoccupanti. La situazione non era quella di maltrattamenti in famiglia, caso mai di crisi forse generate dalle difficoltà nel rapporto madre-figlio nel convivere in uno spazio comune e con la donna che aveva degli importanti bisogni assistenziali. Tra le ipotesi che erano emerse sempre nel corso delle indagini vi era anche quella di un gesto legato alla non accettazione da parte di Biondi del fatto che la madre si sarebbe di lì a pochissimo trasferita in una residenza per anziani. L’uomo, sentito dagli inquirenti, aveva detto: «Non ce la facevo più». Nel processo nessun familiare si è costituto parte civile e un fatto importante, per umanità e sensibilità, in questa vicenda triste è sempre stato il senso di vicinanza e aiuto che il fratello di Biondi ha sempre trasmesso nei suoi confronti.