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Dopo l’incidente

La cerimonia funebre a Portoverrara e poi il ritorno delle salme in patria

Annarita Bova
La cerimonia funebre a Portoverrara e poi il ritorno delle salme in patria

Comunità pakistana in lutto per la morte di Babar e Shaba

20 giugno 2024
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Portoverrara Tre dei braccianti feriti nel terribile incidente di lunedì pomeriggio a Portoverrara sono tornati a casa, mentre altri due restano ricoverati al Sant’Anna di Cona. Non sono in pericolo di vita, ma necessitano di cure ed accertamenti.

La comunità pakistana è in lutto per la morte degli altri due operai, rimasti sempre coinvolti nell’incidente. Si tratta di Ali Babar, 35 anni e del collega Muhammad Shaba, 39 anni. Per loro non c’è stato nulla da fare. «Stiamo facendo il possibile per dare aiuto alle famiglie dei nostri ragazzi – spiega Arshad Muhammad, referente della comunità pakistana di Portomaggiore -. Non appena avremo il via dal magistrato fisseremo la data della cerimonia funebre. L’idea è per il momento quella di un momento di preghiera all’interno del nostro centro islamico, ma stiamo procedendo con tutte le richieste del caso. Intanto i loro parenti si sono arrivati per riportare le salme in patria, una procedura non semplice». Babar e Shaba erano amici e coinquilini. Il primo si era sposato da poco e la moglie così come i genitori e i fratelli vivono in Pakistan; anche la famiglia di Shaba, che invece non era sposato, è rimasta nel suo Paese, tranne un cugino che vive in Italia. «La morte è sempre una grande tragedia – va avanti Arshad Muhammad -, lo è ancora di più quando tutte le persone che si amano sono lontane. Pensiamo alla moglie, ai genitori e a tutto quello che stanno passando. Certamente possiamo dire che i loro figli erano brave persone gran lavoratori, che avevano il rispetto anche dei loro capi e colleghi». I due erano stati assunti regolarmente all’interno dell’azienda Salvi Vivai.

Lunedì Babar era alla guida della Opel Zafira con a bordo altri sei lavoratori agricoli che avevano appena smontato dall’azienda Salvi Vivai di Lagosanto. Accanto a lui sedeva Shaba; nei sedili posteriori del mezzo, omologato per contenere sette persone, c’erano gli altri cinque passeggeri, di età compresa tra i 43 e i 31 anni, sopravvissuti alla tragica uscita di strada che ha fatto finire l’auto ruote all’aria nel canale. Nessuno scampo, invece, per i due occupanti dei posti anteriori, rimasti intrappolati nell’abitacolo dell’automobile piombata “di muso” nell’acqua delcanale.

«Stiamo assistendo ad una fiera dell’ipocrisia con titoloni a tutta pagina su questo incidente che ha fatto registrare due morti - ha detto il consigliere di minoranza Roberto Badolato -, ma da quanto tempo attraverso interrogazione e interpellanze, così come i semplici cittadini, abbiamo segnalato questi problemi che oggi vengono sbandierati da sindacati e sindaci, i quali rispondevano ai nostri allarmi accusandoci di volere strumentalizzare la situazione per meri interessi politici? Oggi tutti in prima fila a stracciarsi le vesti appellandosi al rispetto delle regole della legge, case e garage stipati con materassi in ogni angolo, auto fatiscenti, sfruttamento sul lavoro, tutte storture di cui ci si accorge solo ora? L’unico antidoto a queste situazioni di irregolarità non possono essere che maggiori controlli e rispetto delle regole, per la sicurezza di tutti e, in particolare, di queste persone».