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Ferrara, l’artista del vetro che stregò la Spagna: storia di Gambale

Margherita Goberti
Ferrara, l’artista del vetro che stregò la Spagna: storia di Gambale

L’artigiano si racconta: tutto iniziò dalla televisione

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Ferrara Alberto Gambale si definisce “artigiano creativo” anche se in realtà è un pregevole artista del vetro, quello straordinario che orna cattedrali antiche e moderne con mille colori e sfaccettature, illustrando anche episodi del Vangelo, Gesù e i Santi. Aveva 20 anni quando iniziò e oggi che ne ha 60 il suo più grande desiderio è «vivere lavorando fino all’ultimo giorno». E pensare che la lavorazione del vetro non era nel suo programma professionale perché il padre Nino, avendo a Mirabello un’azienda di tegole in cemento che oggi non c’è più, contava su di lui, perito elettronico, per proseguire l’attività.

Alla lavorazione del vetro, infatti, è arrivato «molto casualmente. Mia madre quando preparava la colazione del mattino aveva l’abitudine di accendere la Tv per ascoltare le prime notizie del giorno. Quella mattina che segnò il mio destino intervistarono una signora che illustrava la lavorazione del vetro e mi affascinò al punto che sentii il bisogno di approfondire l’argomento. Andai in libreria e acquistai alcuni libri che trattavano la materia e fui conquistato da quest’arte decisamente diversa da quella che coltivavo come hobby frequentando il corso di ceramica all’Accademia del Club Amici dell’Arte, che naturalmente abbandonai per il vetro. Il problema era a quel punto cercare un artigiano che mi insegnasse le prime basi ma non lo trovai né a Ferrara né a Bologna. Pensai che la patria del vetro è Murano e mi recai a Venezia ma anche là non ci fu un maestro disponibile ad aiutarmi. Finalmente un giovane e generoso aiutante di laboratorio accettò di farmi da maestro, venne a Ferrara e rimase tutto un giorno per insegnarmi la tecnica. Così iniziai a lavorare e ricordo la prima opera che feci su ordinazione per un architetto che abitava in via Mortara e voleva una vetrata per la sua casa. Altre opere seguirono tra cui una si trova nella chiesa di San Luca a Ferrara e un’altra a Dosso ma è di impronta astratta».

Grazie a questi successi Alberto si iscrisse all’Accademia corso di decorazione e così, acquisita una sorta di sicurezza artistica, partecipò a Caleidoscopio, il concorso bandito a la Granja una cittadina a 80 chilometri da Madrid, che vinse. Presentò un progetto di una vetrata per una struttura in disuso le cui fornaci erano servite per realizzare i cristalli dei reali di Spagna. Con fondi comunitari lo stabile fu recuperato, le fornaci riattivate e si creò una Scuola di soffiatura e incisione del vetro per produrre pezzi simili alle cristallerie di Boemia.

«Non solo vinsi – ricorda Gambale – ma fui invitato a recarmi a Granja per un periodo di 20 giorni durante i quali feci la mia vetrata che oggi insieme ad altre opere nate per quel concorso, si trova nel Museo della Fondazione Centro Nazionale del vetro di Granja. In seguito, tornai per diversi periodi durante l’anno, per tenere corsi di formazione frequentati da tanti giovani studenti».

«Ho dovuto abbandonate l’insegnamento che mi ha dato grandi soddisfazioni per motivi familiari – conclude – però mi è rimasto il corso per le medie dell’Istituto S. Vincenzo. Durante il Covid ho vissuto un periodo di forzata riflessione riscoprendo l’incisione e la lavorazione del legno con il quale oggi faccio piccoli oggetti. La mia mente è sempre in fermento e per questo vorrei vivere lavorando fino all’ultimo giorno della mia vita».