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Cosa resta dello spaccio a Ferrara

Daniele Oppo
Cosa resta dello spaccio a Ferrara

Normalizzazione dell’attività dopo mafia nigeriana e lockdown

27 giugno 2024
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Ferrara Lo spaccio c’è ancora, si vede meno perché ha anche meno spazi liberi a disposizione, anche se cerca di occuparne sempre di nuovi. La misura, almeno quella del commercio al dettaglio effettuato sulla pubblica piazza, si è ridotta. Dopo l’operazione "Signal" che ha portato a smembrare il "cult" nigeriano dei Vikings che aveva preso le redini dello spaccio in zona Gad e dopo le pesanti restrizioni dovute ai lockdown per la pandemia di Covid-19, che aveva portato a nuove forme di distribuzione dello stupefacente (consegne rapide e su appuntamento, senza occupazione di spazi), l’attività adesso sta nuovamente normalizzando.

Gad

A Ferrara è diviso sostanzialmente in due aree di influenza. La più grande è la Gad, dove sono ancora i pusher nigeriani ad avere il controllo (anche perché, banalmente, è lì che risiedono in maggioranza). Eliminati i giardini del Grattacielo, limitato di molto l’uso dei parchi pubblici con l’apposizione di cancelli e dunque la chiusura di facili vie di fuga, sono rimasti però alcuni luoghi d’elezione. Il primo è l’area di Porta Catena e del Palapalestre, che rimane una delle più problematiche, dove subito dopo lo smantellamento del clan mafioso dei Vikings/Argobaga - così dicono le sentenze - vi fu un primo tentativo di instaurare un nuovo ordine da parte di un gruppo di pusher, colpito però abbastanza rapidamente da un’operazione della squadra mobile. La zona è ancora un mercato di spaccio. L’altro punto particolare, sempre in Gad, è viale IV Novembre, che è uno dei punti, tra quelli rimasti, in cui è più facile trovare vie di fuga e quindi riuscire a evitare i controlli delle forze dell’ordine. E quando si viene fermati, chi ha del rispetto da conquistare o territorio da marcare ha una sola cosa da fare: reagire con violenza al controllo, in modo che tutti vedano. Qui lo spaccio avviene come una volta, con gruppetti di ragazzi (3-4 alla volta) che rimangono fermi in punti precisi e aspettano che passino gli acquirenti per scambi veloci: hashish o eroina perlopiù, ma non solo. Rimangono poi altre aree degradate, come esposto anche da La Nuova nel trattare la condizione di via Scalambra e dei suoi palazzoni abbandonati. Al momento, però, l’attività dei gruppi nigeriani non è più gestita in maniera gerarchizzata e organizzata, bensì appannaggio di gruppi più piccoli e, al momento almeno, gli inquirenti non vedono segnali di una riorganizzazione più strutturata.

Baluardi

Ai gruppi tunisini invece è rimasta la zona di via dei Baluardi-via Chiodare, tra mura e sottomura, anfratti in cui nascondere lo stupefacente, con traffico di auto da una parte, a piedi e in bici dall’altra. E anche qui, vie di fuga strategiche da utilizzare in caso di controlli.

La cocaina

Un altro mercato, questo più nascosto ma molto ben presente, è quello della cocaina. A Ferrara (e non solo nel capoluogo) il traffico grosso è gestito da bande albanesi. Lo spaccio non avviene da parte loro in spazi fisici pubblici e fissi, non hanno "piazze" che si sono presi, ma il livello è più raffinato o intermediato, magari facendo affidamento ad altri gruppi.