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Ferrara, offesero Mattarella e il papa: a processo

Daniele Oppo
Ferrara, offesero Mattarella e il papa: a processo

Sei ferraresi imputati di vilipendio al Presidente della Repubblica e al pontefice. Facevano parte del famigerato gruppo Facebook dei "Pinguini Estensi"

06 luglio 2024
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Ferrara Mattarella su Facebook, nell’ormai famigerato gruppo "Pinguini Estensi". In un caso offendendo anche Papa Francesco. Ed entrambi i Capi di Stato sono stati identificati come persone offese che, potenzialmente potranno costituirsi in giudizio nei confronti dei sei ferraresi per i quali la sostituta procuratrice Isabella Cavallari ha chiesto il processo. L’udienza preliminare è stata fissata dal giudice delle indagini preliminari Carlo Negri per il 17 settembre prossimo. Gli imputati, tutti ferraresi, sono due donne - Cinzia Trapella, 62 anni e Silvia Piccioli, 59 anni - e quattro uomini: Massimo Coratti, 64 anni; Gian Luca Bonazza, 55 anni; Giuseppe Beccati, 70 anni e Marco Rubbi, 51 anni. In base al reato loro contestato, se condannati rischiano pene da uno a cinque anni (al netto di eventuali riti alternativi che le ridurrebbero). Le offese sono consistite, in generale, in commenti pubblicati nelle discussioni aperte sul gruppo Facebook "Pinguini Estensi", nato nel periodo delle elezioni regionali in Emilia-Romagna, come risposta di destra alle "Sardine". A Ferrara il gruppo - commentatori e amministratori - è già stato protagoniste delle cronache per le offese spesso molto pesanti riservate all’avvocato Fabio Anselmo, a Ilaria Cucchi e a sua madre, per le quali alcuni processi si sono conclusi e altri sono ancora in svolgimento. Questo procedimento nasce da quelle indagini: scandagliando i messaggi del gruppo - che pur essendo di tipo "chiuso" (ovvero i cui contenuti non erano leggibili da chiunque), contava comunque un numero notevole di partecipanti, poco meno di 5mila - la polizia postale ha trovato messaggi offensivi nei confronti del Presidente Mattarella e del Papa, tutti concentrati tra dicembre 2019 e gennaio 2020, nel periodo del tradizionale discorso di fine anno. A Mattarella gli imputati avevano rivolto ingiurie non ripetibili, accanto anche ad affermazioni quali «non è il nostro Presidente della Repubblica». Altri commenti, scritti dal signor Rubbi (con l’alias Marcolino Leone), per il quale vi sono più capi d’imputazione, avendo offeso più volte Mattarella, dicevano così: «Spero crepi al più presto infame lecchino», ancora «crepa», «puoi crepare stasera aldamar», «fai un favore a tutti noi italiani... Buttati nel po’!» (letterale) e ancora «catiena un cancar aldamar mori!». Sotto un’immagine che ritraeva Mattarella e il Papa, sempre Rubbi scrisse: «Vi venisse un c... Aldamar infami».