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Ferrara, storia di Rosini: una vita in onde medie

Cinzia Berveglieri
Ferrara, storia di Rosini: una vita in onde medie

A 87 anni continua a riparare apparecchi, alcuni pezzi sono vere e proprie rarità. L’appassionato: «Amo le radio, ci vorrebbe un museo»

10 luglio 2024
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Ferrara "Museo della radio con riparazioni Rosini Gabriele", "Riparazioni radio con restauro del mobile". Le due insegne sopra le vetrine in via Bagaro 76/78 a Ferrara sono una breve descrizione di tutto quello che si trova all’interno del negozio-museo di Gabriele Rosini. Il titolare, seduto al tavolo da lavoro, attraverso la lente d’ingrandimento che usa per aggiustare apparecchi antichi, rivede la storia della sua vita tra sacrifici, riparazioni, oggetti da collezione e tante, tante radio. Gabriele Rosini, oggi 87enne è nato a Gaiba (in provincia di Rovigo); con la sua famiglia nel dicembre del 1951 a seguito dell’alluvione che colpì il Polesine nel novembre dello stesso anno, si trasferì a Ferrara. Primi passi Nel 1952, assieme al fratello apre un negozio in corso Porta Po. «All’inizio vendevamo lampadari, materiale elettrico, qualche radio ma questo non mi rendeva pienamente soddisfatto. Volevo imparare a conoscere "l’elettricità" così mi iscrissi alla Scuola radio Elettra che in quegli anni forniva corsi di formazione nel campo dell’elettronica per corrispondenza e fascicolo dopo fascicolo sono diventato radiotecnico».

I due fratelli Rosini, che nel frattempo avevano trasferito la loro attività nella zona di San Giorgio, fino alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, hanno continuato a vendere e riparare radio. Nel 1985 Gabriele si trasferisce come unico titolare nell’attuale sede di via Bagaro. Verrebbe facile scrivere che qui, da riparatore, si trasforma in appassionato collezionista di radio, ma in realtà il lavoro come riparatore è il tramite per arrivare a modelli di radio più o meno rari che hanno in qualche modo fatto la storia. Tutto ciò che è presente all’interno del negozio è funzionante o in attesa di diventarlo grazie alle mani e all’esperienza accumulata negli anni da Rosini.«Certo da quando nel 2023 la Rai ha chiuso i ripetitori che trasmettevano in onde medie, con queste radio si riesce a ricevere poche cose, solo in onde corte e soprattutto nelle ore serali». Assieme al telefono attaccato al muro della porta d’entrata, quello con la tastiera a disco (che Gabriele utilizza quotidianamente per inviare e ricevere telefonate) tra gli scaffali ci sono pezzi rari e di grande valore. Da museo, appunto.

Tecnologia e storia

Radio prodotte negli anni Venti del Novecento nella fabbrica di Marconi con sede a Genova (un’altra sede era presente a Londra). La radio cubo ts522 nel 1964 dalla Brionvega, un modello come questo è esposto stabilmente al Moma di New York. Un modello di radio racchiuso in un grande mobile bianco che David Bowie amava particolarmente; il modello uguale in possesso della rockstar dopo la sua morte venne battuto all’asta per 350mila euro.Le radio rurali, quelle prodotte nel periodo del regime fascista sono, oggi tra le radio più ricercate. «In realtà sono radio prodotte con materiali poco pregiati», spiega il collezionista. E prosegue: «Mussolini aveva obbligato le ditte italiane a produrre queste radio del popolo che con il contributo dello stato venivano portate nelle scuole e nei luoghi di ritrovo. Era uno dei modi che aveva escogitato per fare propaganda al regime, infatti al loro interno manca il commutatore che permette di ricevere le onde corte; in questo modo le radio non ricevevano Radio Londra che trasmetteva messaggi "speciali" redatti dagli alti comandi alleati e destinati alle unità di resistenza italiana».

Il sogno

I collezionisti di radio sono sparsi in tutta Italia e da tutta Italia, in special modo dalla Toscana, si rivolgono a Gabriele per fare riparare i loro apparecchi e restaurare il mobile che li contengono riconoscendo la sua grande professionalità. «Sono molto rammaricato dal fatto che le amministrazioni comunali precedenti e quella attuale non abbiano mai pensato di dare più visibilità alla mia collezione. Sono 200 i modelli esposti al piano terreno e altrettanti sono relegati al piano superiore per mancanza di spazio espositivo. Ho ricevuto e ricevo visite da scolaresche e da appassionati del settore ma mai mi sarei aspettato quanto è successo lo scorso anno in occasione del concerto di Bruce Springsteen, quando via Bagaro è diventata uno dei passaggi obbligati per raggiungere il parco Urbano». E ricorda: «Quel giorno centinaia e centinaia di persone sono entrate a visitare il mio negozio tributandomi elogi e complimenti, dimostrando stupore riguardo all’ubicazione un po’ nascosta della mia attività». A 87 anni Gabriele Rosini ha un grande sogno da realizzare; sogna che le sue amate radio possano trovare posto in un vero museo.