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Crack e cannabis avanzano a Ferrara. Libro bianco: «Reprimere non serve»

Stefania Andreotti
Crack e cannabis avanzano a Ferrara. Libro bianco: «Reprimere non serve»

L’analisi sulle droghe tocca Ferrara

09 luglio 2024
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Ferrara «La legge sulle droghe si conferma determinante nella repressione penale e quindi sul sovraffollamento delle carceri, anche a Ferrara». Da questa stretta connessione deriva il tema centrale del quindicesimo Libro Bianco sulle droghe, “Il gioco si fa duro”, presentato ieri in Municipio da chi l’ha redatto, il consigliere comunale della Civica Anselmo Leonardo Fiorentini, assieme a l curatore Franco Corleone, ex sottosegretario alla Giustizia, Ilaria Baraldi della Società della Ragione e Cecilia Bandiera, presidente della Camera Penale ferrarese. Presente anche il consigliere Fabio Anselmo.

«Il 34% dei detenuti è in carcere per la legge sulle droghe - afferma Fiorentini - in assenza di detenuti per l’articolo 73 del Testo Unico - detenzione a fini di spaccio - e di quelli dichiarati tossicodipendenti, non vi sarebbe il problema del sovraffollamento carcerario. La gran parte delle condanne è per fatti di lieve entità, 7 su 10, stiamo dunque parlando di una politica repressiva che oltre a non avere alcun effetto sulla domanda e sull’offerta di droghe, ha mantenuto i consumi stabili negli anni. Quello delle droghe è un mercato rigido, anche a livello locale i dati di accesso al Serd, Servizio per le Dipendenze patologiche, fanno capire che non vi è alcun effetto reale di queste politiche, se non sulla popolazione carceraria».

Oltre alla repressione penale c’è anche la repressione del consumo «che a Ferrara è particolarmente in auge - prosegue Fiorentini - e si abbatte soprattutto sui minori, nel 97% dei casi per cannabis. Per loro inizia così un percorso sanzionatorio e stigmatizzante, che nel 38% dei casi finisce con una sanzione amministrativa, ma ha ripercussioni sul percorso di vita: un marchio che rimane per sempre, non nella fedina penale, ma nei registri delle forze dell’ordine».

Poi l’affondo sulla realtà ferrarese.

«La guerra alla droga mostra la sua inefficacia nella facilità con cui anche nella nostra città si può reperire ogni tipo di sostanza. Farebbe sorridere, se non ci fossero problemi seri di sicurezza dei nostri Vigili urbani, vedere i comunicati stampa dell’amministrazione delle confische di 0,8, 0,5, grammi di sostanze a seguito dei controlli delle unità cinofile. La Polizia locale dovrebbe fare altro, ha dei compiti istituzionali che sono ad esempio evitare che le macchine parcheggino nel sottomura durante i concerti del Ferrara Summer Festival, ma soprattutto non è evidentemente preparata a fare quello che le si sta facendo fare. I due episodi recenti dimostrano che serve una maggiore formazione per fare quelle cose e non a caso la polizia di Stato, i carabinieri e la Guardia di Finanza hanno un training specifico, purtroppo non sempre efficace, ma che serve proprio a preparare queste persone ad affrontare i pericoli che ci possono essere quando si affronta il mercato clandestino delle sostanze. Perché finché ci sarà un mercato illegale, questo sarà regolato con la violenza. Questa strategia è talmente inefficace che anche le grandi operazioni di polizia, ovvero il processo che ha portato allo smantellamento dell’organizzazione di stampo mafioso nigeriana, non ha fatto altro che spostare il controllo dello spaccio ad altre organizzazioni e il problema dello spaccio dai parchi ora recintati alle strade limitrofe, che è una dimostrazione di considerazioni fatte nell’ambito della criminologia da ormai 40 anni. Ovvero che la repressione non serve a smontare il mercato, ma è una grande opportunità per coloro che vogliono affacciarsi o emergere nel mercato, perché di fatto rimuove i pesci più piccoli e dà spazio ad altre organizzazioni, dal momento che la domanda di stupefacenti esiste da sempre, ed è prevedibile che non si esaurisca».

Fiorentini prosegue poi con alcune valutazioni sulle sostanze in circolazione in città.

«Quello che io rilevo è un aumento abbastanza preoccupante del consumo di crack a scena aperta nella zona della stazione. Purtroppo però dal 2019 ad oggi non abbiamo più neanche il supporto dell’Annuario Statistico di Ferrara che veniva redatto dall’Ufficio Statistica del Comune e dava conto anche dei reati legati alle sostanze stupefacenti».

«Non c’è più perché è stato deliberatamente smantellato dall’amministrazione» puntualizza Baraldi.

«Conoscere per deliberare - riprende Fiorentini citando Luigi Einaudi - ma ci ritroviamo oggi a non sapere quanti reati siano commessi all’interno del Comune, cosa che dovrebbe esser alla base degli interventi della sicurezza. Ad oggi, tranne qualche comunicato delle forze dell’ordine, ci manca una riflessione generale. L’unica cosa che possiamo fare è prendere le notizie di stampa rispetto ad alcune overdose che si sono già verificate in città e incrociarle con i dati del Serd».

«I dati devono indicare le scelte alla politica - conferma Corleone - per questo noi presentiamo il Libro Bianco prima della relazione annuale del Governo. In questo modo vogliamo indicare le alternative, come potrebbero essere le case di reinserimento sociale per le pene sotto i 12 mesi, gestite direttamente dal sindaco, come accade già altrove». 



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