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Il caso

Uccise il compagno di cella, ora aggredisce due agenti in carcere a Ferrara

Daniele Oppo
Uccise il compagno di cella, ora aggredisce due agenti in carcere a Ferrara

Le violenze di un detenuto in attesa di collocamento in una Rems

09 luglio 2024
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Ferrara A Velletri, nel carcere Le Vallette di Torino e ora nella casa circondariale di via dell’Arginone a Ferrara.

Nel pomeriggio di sabato (6 luglio), il detenuto Federico Brunetti ha aggredito con molta violenza due agenti di polizia penitenziaria in servizio nella casa circondariale “Costantino Satta”, minacciato i sanitari e devastato l'infermeria interna dell'istituto.

Il nome lo facciamo perché Brunetti è un detenuto particolare. Nel giugno del 2023, dopo altri episodi di violenza all’interno del carcere di Velletri, uccise a calci e pugni il suo compagno di cella Marcos Schinco, 43 anni, brasiliano. Brunetti è detenuto “psichiatrico”. Era - e in tutta evidenza è ancora - in attesa di essere trasferito in una delle Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) che hanno sostituito gli ex ospedali psichiatrici giudiziari. Secondo quanto aveva riferito il garante dei detenuti Mauro Palma al sito Dagospia, si era anche rivolto alla Corte dei diritti umani affinché gli venisse garantita una collocazione diversa dal carcere per via del suo disagio psichico.

Dopo l’omicidio in carcere ha invece proseguito in questo anno il trattamento sempre in strutture detentive: prima trasferito nel carcere delle Vallette “Lorusso e Cutugno” di Torino, e anche lì è stato protagonista di gesti violenti: un rogo e una serie di aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria.

Da lì è stato mandato a Ferrara, dove sabato la sua aggressività si è nuovamente manifestata, questa volta nei confronti di due agenti e dei luoghi. Prima ha colpito un sovrintendente con un pugno, poi ha dato un pugno al volto a un agente che cercava di fermarlo mentre si dirigeva verso l’infermeria.

L’episodio di sabato all’Arginone è segnalato e reso noto dal sindacato di polizia penitenziaria Fns Cisl. «Un detenuto italiano, già tristemente noto alle cronache, oltre che per la propria estrema aggressività, soprattutto per essere accusato dell’omicidio del proprio compagno di cella in altra struttura, ha aggredito per l’ennesima volta due agenti di polizia penitenziaria, minacciato i sanitari e devastato l'infermeria interna dell'istituto - denuncia Giovanni Rapposelli, segretario provinciale dell’Fns Cisl -. Per i due agenti è stato necessario il ricorso alle cure mediche presso il pronto soccorso cittadino, con prognosi iniziale di almeno 7 giorni. Da troppo tempo si grida alla grave emergenza che vive l'istituto estense e sicuramente il sovraffollamento detentivo registrato e la grave carenza di personale patita, con un'aliquota obiettivamente insufficiente di rinforzi ottenuta in questi giorni, non fanno ben sperare per il futuro. Alle autorità si chiederà di voler intervenire prima che accada l'irreparabile e che si ristabiliscano le condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro».

Secondo il report elaborato dall’associazione Antigone per i dieci anni dalla chiusura degli Opg e l’introduzione delle Rems, «i numeri dei pazienti ricoverati continuano a rimanere inferiori ai 600, corrispondenti alla capienza massima dei posti disponibili in Rems, a riprova che il meccanismo del numero chiuso funziona. Al 31 dicembre 2023 erano infatti presenti nelle 31 strutture attive nel territorio italiano 577 pazienti. Di questi 144 erano stranieri (il 25%) e 63 erano donne (l’11%)».

Nel caso di Brunetti però, qualcosa non sembra stia andando per il verso giusto. 



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