Illegittimo togliere le sanzioni ai Bagni-discoteca troppo rumorosi
Consiglio di Stato dà ragione al Barracuda e boccia il Comune
Lido Spina È arrivato il sigillo del Consiglio di Stato a dirimere la controversia tra il Comune di Comacchio e i titolari della discoteca Barracuda di Lido Spina. E, ancora una volta, i giudici hanno dato torto all’amministrazione, confermando la illegittimità della delibera che, cambiando il Regolamento comunale, consentiva di non sanzionare uno stabilimento balneare (nella fattispecie il Malua) per il superamento dei limiti acustici.
Una vicenda che andava al di là dello scontro individuale, perché finiva per interessare la più vasta questione delle “discoteche nei Bagni” con il relativo strascico polemico su temi come il rispetto del sonno dei residenti e le regole della concorrenza tra operatori. Dopo il Tar, che aveva già dato ragione al Barracuda intimando al Comune di applicare le sanzioni nei confronti della società Notoria (a cui fa capo lo stabilimento), anche il Consiglio di Stato si è pronunciato in modo favorevole nei confronti dei gestori della discoteca (assistiti dagli avvocati Domenico Lavermicocca e Giuseppe Di Biase) respingendo il ricorso del Comune contro la sentenza del Tar.
Tutto ruota attorno alla modifica al Regolamento comunale introdotta il 28 novembre 2022 con la delibera consiliare 104 e che prevede - per gli intrattenimenti all’aperto - di poter superare i limiti acustici senza essere sanzionati. Qualche mese prima, a fine agosto, la Polizia locale aveva accertato che nel corso di una manifestazione organizzata dalla società Notoria, erano state utilizzate senza autorizzazione sorgenti sonore amplificate, e che l’evento si era tenuto al di fuori delle date permesse. La Polizia locale aveva contestato la violazione della legge sull’inquinamento acustico e applicato le sanzioni del regolamento comunale vigente, ovvero la sospensione dell’attività dello stabilimento balneare per tre giorni. A fine novembre però era stata approvata dall’amministrazione comunale di Comacchio la delibera che cambiava il Regolamento municipale e con un colpo di spugna retroattivo cancellava la sanzione. Il tutto a sostegno di un orientamento che, sosteneva il Comune, voleva incoraggiare le iniziative turistiche e di intrattenimento ed evitare di mettere in difficoltà gli operatori degli stabilimenti. Sulla legittimità di quel provvedimento dell’amministrazione comacchiese ha dato battaglia attraverso i suoi legali la discoteca Barracuda, presentando ricorso al Tar e ottenendo ragione. Il Comune a sua volta aveva impugnato la sentenza del Tar ricorrendo al Consiglio di Stato. E la successiva sentenza, ancora una volta, ha dato torto al Comune.
Ieri il Consiglio di Stato ha infatti confermato che «la scelta di non sanzionare efficacemente» per il volume troppo alto incide sotto il «profilo della salute pubblica». Inoltre la misura della sospensione risulta molto più efficace rispetto alla sola sanzione pecuniaria per dissuadere «comportamenti posti in essere in violazione dei limiti in materia di emissioni sonore in maniera irragionevole e non proporzionata, e quindi illegittimamente». Le modifiche al Regolamento comunale «alterano inoltre la concorrenza tra operatori, penalizzando le attività al chiuso rispetto alle attività occasionali e stagionali». Bocciata anche l’applicazione retroattiva delle nuove norme.l
Alessandra Mura
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