La Nuova Ferrara

Ferrara

I conti in tasca

Ferrara, quant’è costata la campagna elettorale?

Francesco Gazzuola
Ferrara, quant’è costata la campagna elettorale?

Presentati i primi rendiconti relativi a contributi ricevuti e spese sostenute per le scorse elezioni amministrative: civica Fabbri e FdI dichiarano zero, Pd oltre 11mila euro

3 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Campagna elettorale, quanto mi sei costata? Nei mesi passati, in piena corsa al Municipio, sono stati analizzati i bilanci preventivi di spesa depositati da liste e partiti. Una prima fotografia – sbiadita e approssimativa – sui costi pronosticati a cui le forze politiche sarebbero andate incontro nel periodo della campagna elettorale. Volantini, manifesti, spese di gestione, eventi: le risorse interne alle liste e i finanziamenti hanno permesso di coprire ogni mossa per affrontare al meglio l’avvicinamento all’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno scorsi.

E ora, a distanza di oltre un mese dall’esito delle urne, le liste devono presentare il rendiconto delle elezioni amministrative, relativo a contributi, servizi ricevuti e spese sostenute: le prime a farlo sono state Fratelli d’Italia, la civica Alan Fabbri e il Partito Democratico. Hanno ancora tempo gli altri gruppi, poiché la data di scadenza è fissata al 12 agosto, 45 giorni dopo la convalida degli eletti (28 giugno). Un discorso differente riguarda i singoli candidati, i quali dovranno trasmettere la rendicontazione entro tre mesi dalla proclamazione.

Due le filosofie – se così le vogliamo chiamare – che liste e partiti hanno adottato in campagna elettorale. Da una parte chi si è fatto trainare, anche a livello economico e di immagine, dai propri candidati; dall’altra chi ha scelto una linea unitaria con il partito a farsi carico delle spese dei candidati. Le tre forze che hanno già presentato il rendiconto delle amministrative restituiscono questi due criteri. «Tra i candidati di Fratelli d’Italia chi ha scelto di investire l’ha fatto di tasca propria – conferma il senator Alberto Balboni, delegato della lista –, pertanto la rendicontazione è negativa». Consuntivo che è stato «redatto da Fratelli d’Italia Emilia Romagna – si legge nel documento ufficiale – dal momento che la federazione di Ferrara non gode di autonomia dal punto di vista finanziario». Zero spese, contributi e finanziamenti, dunque, così come a zero ammonta l’importo uscito dalle casse del partito meloniano. Niente da dichiarare anche per la lista Alan Fabbri, che fa segnare zero euro nella sezione “importo”. «La civica non ha avuto finanziamenti da nessuno e ha sfruttato anche le spese della coalizione», afferma il capogruppo in Consiglio, Francesco Rendine.

Un’altra è la linea del Pd, «consolidata da anni – illustra Francesco Colaiacovo, delegato della lista –, con una campagna elettorale regolamentata per evitare che i singoli candidati facessero sfoggio individuale». Oltre 11mila euro rendicontati dal Pd, «che si fa carico dei 32 in lista e produce tutto il materiale per evitare prevaricazioni e dare a tutti la stessa opportunità». In un comune come Ferrara, le spese di ciascun candidato non possono superare la somma tra la cifra fissa di 12.500 euro e una ulteriore pari al prodotto di 0,05 euro per ogni cittadino avente diritto al voto (106mila circa), per un totale di poco meno di 18mila euro. Il sindaco, invece, non può superare una cifra fissa di 125mila euro più un euro per ogni elettore