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Tablet pagati e non usati, dopo Comacchio la beffa si allarga ad Argenta

Giorgio Carnaroli
Tablet pagati e non usati, dopo Comacchio la beffa si allarga ad Argenta

Progetto scuola 3.0: il caso dei libri e i dispositivi proposti dalla Fondazione. La protesta dei genitori: «Una spesa di oltre mille euro, gli stessi docenti sono stati ingannati»

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Argenta La beffa dei tablet arriva anche alle scuole di Argenta. Dopo Comacchio, la lamentela sull’operato di una Fondazione che promette una formazione digitale ad alto livello a tutte le prime classi che aderiscono aderito al loro progetto tablet “Scuola 3. 0”, ebbene, anche alcune delle classi della scuola media di Argenta hanno avuto lo stesso trattamento. La notizia apparsa su La Nuova Ferrara ha scatenato telefonate e una riunione fra diversi genitori, gli stessi che hanno messo nero su bianco cosa è successo ad Argenta.

Formazione «Anche alla scuola G. B. Aleotti di Argenta – si legge in una nota dei genitori -, i responsabili di una Fondazione hanno presentato il progetto come un’opportunità per i ragazzi delle medie di avere per tre anni una formazione digitale che avrebbe garantito un valore aggiunto alla loro carriera scolastica. Un valore che si è poi solamente ridotto all’impegno di un esborso da parte delle famiglie fiduciose, di ben 1.047 euro da pagare in tre rate nei tre anni di medie senza però poi avere nessuna formazione particolare». Anche in questo caso «nel pacchetto promesso, era infatti compresa la fornitura dei libri cartacei, un tablet che poi si è rivelato un semplice cromebook, ossia un piccolo pc non utilizzabile per certe materie che necessitavano della funzione “touch”, impossibile per lo strumento messo a disposizione, ma soprattutto comprendeva una formazione digitale che non è mai stata fatta né ai docenti e neanche agli studenti».

Senza tralasciare nulla, i genitori ricordano di aver ricevuto dalla scuola un invito a partecipare a un incontro «dove i rappresentanti della Fondazione avrebbero presentato il progetto. La nostra profonda fiducia nella scuola – chiariscono – e la volontà di garantire ai ragazzi un qualcosa di più a costo anche di un sacrificio economico molto maggiore, ha portato i genitori ad accettare senza alcun dubbio e a firmare (ahimè! ), il contratto che ci vincolava per tre anni». Come a Comacchio anche le famiglie di Argenta, avrebbero tentato di uscire dal progetto dopo avere constatato, che nonostante il loro esborso, nulla era stato fatto, nulla di più di quelle classi medie che al progetto non avevano aderito.

Le richieste Il gruppo di genitori, inoltre, precisano che «molte sono state le richieste di chiarimenti tramite mail e telefonate alla Fondazione da parte dei rappresentanti delle classi coinvolte spronati dalle insistenti e legittime richieste dei genitori, ma nessuna giustificazione convincente del loro disservizio è mai arrivata, solo scuse e promesse e scarico di colpa sulla scuola, sui docenti e sugli studenti».

A conclusione di questa vicenda e guardando all’oggi, «anche le classi della scuola media di Argenta, si ritrovano a dover pagare altri soldi per il vincolo contrattuale con tale Fondazione, senza via di fuga a meno che esborsino anche loro una ingiusta penale, la restituzione del dispositivo dato e in più l’acquisto a loro spese dei libri cartacei, qualora volessero abbandonare il progetto».

«Per ovvie ragioni – è l’amara conclusione delle famiglie -, le classi della scuola media di Argenta sono costrette a sottostare al loro vincolo contrattuale con la sola speranza che i rappresentanti di questa Fondazione mantengano anche loro le promesse fatte alle famiglie organizzando meglio il loro lavoro e realizzando con serietà e impegno ciò che promettono in modo che nessuna famiglia e nessuna scuola in futuro possa cadere in questa che per ora è stata per queste scuole una vera e propria “beffa digitale”». 

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