Pd post-sconfitte, cambia tutto. Dimissioni del segretario comunale, Talmelli
Giovani in pole per guidare la città. Minarelli in discussione
Ferrara Sei ore di dibattito in una sala di Corlo senz’aria condizionata, alla presenza di oltre cento delegati. Alla fine l’impressione netta che solo ora si sia davvero chiusa l’era post-sconfitta del Pd, non il bis del giugno scorso ma proprio quella alla radice di tutto, nel 2019, con il ricambio generazionale favorito dalla gestione di questi anni che diventa davvero inevitabile. Questo hanno portato le dimissioni irrevocabili di Alessandro Talmelli dalla segreteria comunale, con modalità e tempistiche tenute riservate a tutti (compreso il segretario provinciale) fino ad inizio seduta, a pochi mesi dalla riconferma al congresso provinciale di fine 2023. L’effetto a catena può coinvolgere, oltre all’intera segreteria cittadina, automaticamente decaduta, anche la stessa leadership provinciale, schiacciata dalla sconfitta in 11 Comuni su 13 al voto: «Le assunzioni di responsabilità sono giuste» ha detto Nicola Minarelli all’1 di notte, nel suo intervento, e ribadito ieri. L’impressione è che la partita sia tutta da giocare in Direzione provinciale, entro luglio, con lo stesso Talmelli a lasciare sul tavolo qualche significativo fermino in favore del rinnovamento.
Il Pd del futuro La relazione dell’ormai ex segretario bonacciniano, cruda nell’analisi della sconfitta della quale si è assunto la responsabilità («abbiamo perso, e non siamo stati sconfitti con uno scarto minimo, ma con più di 20 punti di distacco»), ha raccolto l’onore delle armi praticamente da tutti, compresi gli schleiniani e gli anti-Anselmo. Lo stesso trend si è raccolto nei commenti social, tra i quali è spuntato curiosamente un cuore spezzato di... Nicola Naomo Lodi.
Sono intervenuti soprattutto i giovani, che hanno riconosciuto a Talmelli la capacità di allargare i confini del partito e “coltivare” i protagonisti del ricambio. «Il partito avrà l’imbarazzo nello scegliere tra la nuova classe dirigente oggi cresciuta, la quale potrà certamente interpretare al meglio, senza ottusità, i grandi cambiamenti che già oggi si stanno verificando» è stato il passaggio generazionale del segretario. Dopo la presa d’atto delle dimissioni da parte della Commissione di garanzia, e il passaggio in Direzione provinciale, si avvierà la macchina che dovrà portare in autunno, in coincidenza con le elezioni di secondo grado della Provincia e già in campagna elettorale per le Regionali, alla nomina del nuovo vertice comunale: sarà probabilmente un’assemblea cittadina a decidere, perché i tempi per un congresso vero e proprio non ci sono.
In pole position partono i consiglieri comunali che fanno già parte della segreteria, cioè Sara Conforti, che è schleiniana, Matteo Proto ed Enrico Segala, ma vanno considerati potenzialmente in lizza anche Davide Nanni ed Elia Cusinato, oltre alla prima non eletta, Maria Dall’Acqua; e nel caso di “contest” allargato, non sono nemmeno esclusi altri nomi. I giovani eletti potrebbero peraltro convergere su di un profilo, come successe molti anni fa, all’ultimo grande rinnovamento del Pd provinciale, che incoronò l’attuale assessore regionale Paolo Calvano. Di sicuro, si gira proprio pagina.
E in provincia... L’attenzione ora si sposta sulla Direzione provinciale, che è slittata per una indisposizione di Minarelli, solo parzialmente ripresosi per il dibattito dell’altra notte. «Come mi presenterò alla Direzione? Ripeto che le assunzioni di responsabilità sono un modo corretto di procedere, le mie modalità di farlo le comunicherò agli organi dirigenti - ha aggiunto ieri il segretario provinciale - Al di là delle persone e del percorso di rinnovamento, serve fare un’analisi seria del voto per capire cos’è andato e cosa no. Poi un progetto serio di rilancio e sviluppo della provincia, che sta diventando strutturalmente di centrodestra, e uno spirito di squadra forte all’interno del partito». Uno scenario potrebbe essere quello di un Minarelli, pure lui rinnovato nel novembre scorso, che affida il mandato alla Direzione, e il dibattito a decidere.
Di sicuro Talmelli, con la sua mossa, ha acceso i riflettori sull’altro segretario, e ieri ha specificato ancora meglio le parole spese in relazione: «Servono decisioni drastiche anche per la provincia, d’altra parte parliamo di 11 Comuni persi su 13 e un blu centrodestra che domina sulla cartina provinciale (il riferimento è all’analisi del voto illustrata l’altra sera dal Cds, ndr). C’è una classe dirigente diffusa che ha dimostrato il proprio valore, penso ai sindaci di Argenta, Cento, Ostellato, Portomaggiore, Goro. Sono modelli positivi da valorizzare». l
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