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Lido Spina, tartarughe e delfini salvati dal Centro Tao

Luca Fichera
Lido Spina, tartarughe e delfini salvati dal Centro Tao

Un esempio virtuoso di biologia marina. Il segretario Luca Marisaldi: «Spiaggiamenti causati dalla pesca a strascico». Le altre attività rilevanti sono la pulizia delle spiagge e il riutilizzo del materiale abbandonato

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Lido Spina  In via Nicolò Pisano, ha aperto da pochi mesi il centro Tao (Turtles of the Adriatic Organization). I ragazzi sono perlopiù biologi, compreso Luca Marisaldi, il segretario con cui abbiamo avuto il piacere di parlare, che ci ha raccontato dall’interno il lavoro del biologo marino, l’attività principale del centro. Che consiste nella salvaguardia delle tartarughe marine appartenenti alla specie Caretta Caretta e dei delfini tursiopi, ma ci sono altre attività come la pulizia delle spiagge o il riutilizzo di materiale abbandonato in mare. Le attività sono effettuate durante dei periodi di “campi estivi” di una sola settimana, in cui ragazzi e ragazze, maggiorenni, decidono di iscriversi al campo organizzato da Tao per provare sulla loro pelle la gioia di vivere a stretto contatto con il mare e le sue bellezze come aesempio andare sul gommone durante il censimento dei delfini tursiopi o andare a ripulire le spiagge facendo intanto una ricerca sul tipo di rifiuti rinvenuti.

Quello che Marisaldi in contesto informale chiama censimento dei delfini è un’attività per la quale bisogna allontanarsi dalla costa di dodici miglia e cercare di avvistare per poi fotografare le “penne” dei delfini, che caratterizzano i differenti cetacei, proprio come le impronte digitali caratterizzano gli esseri umani. L’attività di avvistamento e censimento dei delfini è più difficile, dato una minore frequenza degli avvistamenti, nei mesi in cui la pesca si sviluppa di meno o è ferma, i biologi di Tao hanno scoperto che esiste una relazione fra la pesca e la concentrazione di delfini in una determinata area, infatti i delfini nel mese di fermo pesca tendono a disperdersi maggiormente, questo comportamento è dovuto all’effetto calamita che la pesca a strascico ha sul mare. La pesca a strascico porta a una grande concentrazione di pesce in un piccolo spazio e questo fa si che i delfini ne approfittino per avere una grande quantità di cibo con uno sforzo energetico minimo, i delfini tursiopi sono anche fra le specie più tolleranti e con maggiore adattamento alle attività di mare, «pensate che molte volte il delfino segue i pescherecci in modo tale da riuscire a catturare più prede», ci ha rivelato il segretario Tao.

Pesca nemica Sul sito taoproject.it è presente un collegamento che porta a un articolo di Luca Marisaldi, dove espone con chiarezza che la causa principale che porta allo spiaggiamento delle tartarughe è la pesca a strascico, particolarmente dannosa per gli animali marini perché non differenzia le diverse specie ma cattura tutto ciò che si trova in una determinata area, comprese le tartarughe.

Marisaldi dice che «il numero assoluto di spiaggiamenti lungo il breve tratto di costa potrebbe suggerire che questa zona sia la più colpita del mar Mediterraneo», questa frase è stata seguita dalla premessa che il mese di luglio è da considerarsi il più abbondante per quanto riguarda i ritrovamenti di tartarughe spiaggiate, in media secondo uno studio dei biologi del Tao queste tartarughe sono ancora vive il 6,5% delle volte che vengono ritrovate spiaggiate, un dato che è preoccupante nel momento in cui si pensa che su 355 tartarughe ritrovate fra il 2018 e il 2022 solo 24 erano ancora vive.

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