Goro: «L’unica speranza è la mareggiata». La mucillagine soffoca il mare
Giornate nere per pescatori e molluschicoltori
Goro e Porto Garibaldi Non c’è tregua per i pescatori ed i molluschicoltori di Goro e Porto Garibaldi, costretti a fronteggiare, dopo l’invasione del granchio blu, un’altra emergenza in mare, ossia l’abnorme proliferazione della mucillagine, un’alga filamentosa e lattiginosa, che sta minando la pesca e il delicato ecosistema marino. Si stanno ripetendo, anche in questi giorni episodi di reti e motori messi fuori uso da matasse viscide della temibile alga che, al momento viene avvistata solo al largo.
Il turismo balneare, memore dell’annata devastante del 1989, è in allerta, ma l’auspicio, almeno per i pescatori è quello che «arrivi presto una mareggiata. Solo quella può rimescolare l’acqua del mare – spiega Fausto Gianella, presidente della cooperativa La vela di Goro-; al momento la situazione è molto critica. Le alte temperature e l’apporto elevato di acqua dolce arrivata dal Po con le piene della scorse settimane, ha consentito alle mucillagini di riprodursi in modo esponenziale. Finché restano in sospensione, non creano danni agli allevamenti, ma quando si depositano suo fondali, soffocano le vongole. Io stesso ieri (sabato per chi legge, ndr) ho perlustrato la Sacca e da terra sino a tre miglia si trovano punti pieni di mucillagine. Quest’alga potrebbe restare in sospensione anche fino a una settimana».
Il periodo più critico per il settore della molluschicoltura potrebbe non essere ancora arrivato. L’anticiclone delle Azzorre sta mantenendo su tutta la Penisola temperature elevate associate a caldo afoso, condizioni ideali per la proliferazione della mucillagine. Mentre il mondo della venericoltura resta alla finestra e spera in una perturbazione, a subire le conseguenze del nuovo flagello in mare, come si è scritto nei giorni scorsi, sono i pescatori dediti alla pesca strascico e a quelli che calano le reti da posta, per la cattura di cefali e pesce azzurro. Il fenomeno viene costantemente monitorato dal Centro Ricerche Marine di Cesenatico, presieduto, da un mese a questa parte, dall’ex sindaco di Goro, Diego Viviani.
I timori Come ha sottolineato lo stesso Viviani recentemente, la proliferazione delle mucillagini è un fenomeno naturale, da porre in relazione alle temperature elevate. Potrebbe dare origine, a sua volta, ad un altro preoccupante fenomeno, vale a dire l’anossia, fenomeno che sottrae ossigeno alla fauna e alla flora marina. La mucillagine e gli episodi di anossia estiva minano gli equilibri naturali dell’ecosistema marino proprio come sta agendo il granchio blu. «Ci sono ancora tantissimi granchi blu -conclude Fausto Gianella-, ma per ora sulle mucillagini non ci resta che continuare a monitorare. Se arrivano dal mare in sacca, sarebbe un vero disastro».
Si attende, intanto, la nomina del commissario straordinario, incaricato di seguire in prima persona tutti gli aspetti burocratici e procedurali relativi all’emergenza granchio blu e rispettivi ammortizzatori sociali. Sul tavolo del commissario straordinario sbarcherà anche un’altra grave emergenza, ossia la minaccia rappresentata dalle mucillagini. Il fermo pesca ormai alle porte potrebbe imprimere una battuta d’arresto temporanea ai problemi del mondo della pesca e, giocoforza, alla loro trattazione.
Katia Romagnoli
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