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A Formignana arriva la Pfm con tanta «voglia di suonare»

Nicola Vallese
A Formignana arriva la Pfm con tanta «voglia di suonare»

Il bassista Djivas e il concerto di domenica: «Davanti al pubblico ti passa ogni problema»

25 luglio 2024
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Alla Sagra del Pollo di Formignana arriva l’inesauribile Pfm. La band è stata chiamata a sostituire Marcella Bella, che per motivi tecnici non si potrà presentare domenica 28 luglio quando, a partire dalle 21 sul palco ferrarese salirà la storica band attiva dagli anni ’70. Reduci da un tour invernale che ha fatto registrare sold out nelle 60 date che erano in cartellone, la Pfm sta continuando a portare in giro per l’Italia i più grandi successi, oltre a quelli di De André in ricordo dello storico incontro tra il cantautore genovese e la Premiata Forneria Marconi. «Fino a metà settembre non ci si ferma – ha confermato il bassista, Patrick Djivas –. Quando saliamo sul palco l’energia ti viene in automatico. Puoi essere morto, distrutto dalla stanchezza, con la febbre, addirittura una volta ricordo che suonai con una gamba che era stata ingessata 15 minuti prima... Ma appena sei lì, prendi gli strumenti in mano e ti ritrovi con il pubblico davanti, tutto finisce: tornano il vigore e la carica». Djivas ammette che non mancano i problemi, specialmente d’estate, dovuti agli spostamenti, al caldo, alle code dovute alle vacanze, «ma questo è il nostro mestiere che stiamo facendo da più di cinquant’anni e ormai siamo abbastanza abituati».

Stile unico e inconfondibile che combina la potenza espressiva della musica rock, progressive e classica in un’unica entità affascinante, la Pfm tiene banco e, nell’ultimo album datato 2021 dal titolo “I Dreamed of Electric Sheep – Ho sognato pecore elettriche”, che richiama il “Blade Runner” di Philip K. Dick trasposto in film da Ridley Scott, ha in qualche modo svelato il futuro odierno fatto di intelligenze artificiali (seppur ancora molto grezze) e automi. «Bisogna lasciare a queste cose il tempo di esprimersi – ammette il musicista –, di trovare le proprie dimensioni. C’è da dire che l’intelligenza artificiale esiste da parecchio tempo: ora è diventata di moda perché è passata tra le mani del grande pubblico, mentre fino a poco tempo fa era solo appannaggio di certe categorie della medicina, della ricerca, della tecnologia avanzata e così via».

Per Djivas è improprio usare tale termine, dato che alla fin fine si tratta di enorme velocità di ricerca all’interno di una grande quantità di dati. «Si vanno a trovare i risultati che sono già stati scritti, vengono messi insieme e si crea una specie di sunto. Il tutto a una velocità spaventosa. Anche quando si vanno a creare brani musicali: pure lì si vanno a prendere dei pezzi preesistenti. Infatti, ci sono guerre in corso con le case discografiche, perché non è musica originale ma sono vari elementi autentici assemblati in un determinato modo. È sbagliato pensare che vi sia una macchina intelligente come si vede in certi film di fantascienza, come a esempio Hal9000 in “2001 Odissea nello spazio”. Lui ragionava, l’Ia di oggi no. Almeno per il momento». Effetti negativi ma anche positivi, come tutte le nuove tecnologie, vedi internet: «È sempre questione di come vengono utilizzate e qual è il quoziente di umanità di chi usa tutto questo. Bisogna cercare di non mettere il profitto davanti a tutto, creando grossi scompensi. E purtroppo è ciò che avviene ora con molta gente che sta perdendo il lavoro a causa dell’intelligenza artificiale».