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Ferrara, costretta a lasciare casa per le spese: ora Mary chiude aiuto

Ferrara, costretta a lasciare casa per le spese: ora Mary chiude aiuto

Caselli: «Ho comprato un appartamento per lasciarlo a mia figlia ma…»

26 luglio 2024
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Ferrara Quella di Mery Caselli è la storia di ordinaria difficoltà di una donna che vive con la figlia, contando solo sulle sue forze. Una storia particolare, ma al tempo stesso comune a tante, «una vicenda assai spiacevole che mi sto trovando a vivere», come la descrive lei.

«Grazie all’eredità di mia madre, 9 anni fa sono riuscita ad acquistare un appartamento in una palazzina di 6 unità al Doro, dove abito con mia figlia minorenne, a cui l’ho intestato per garantirle un futuro. Ho sempre cercato di sostenere le spese con uno stipendio da co.co.co che guadagno lavorando in due palestre e, con estrema fatica, arrivo a malapena a fine mese. Recentemente è stato deliberato il lavoro straordinario del rifacimento del tetto, con un costo decisamente al di fuori delle mie possibilità. In sede di assemblea mi sono vista addirittura schernita da un condomino, mentre ribadivo che prima del rifacimento in toto del suddetto, si poteva intervenire su porzioni più ridotte avendo fornito due preventivi di ditte locali che proponevano il rifacimento delle canne fumarie e l’accomodamento delle tegole danneggiate. Ci tengo a precisare che entrambe le ditte avevano sottolineato che il tetto non fosse da rifare, ma da intervenire solo in alcune parti. So bene che non posso intervenire legalmente in quanto la maggioranza detiene il potere, ma sono profondamente avvilita dalla poca umanità dimostratami e l’unica soluzione al momento possibile è mettere in vendita la mia casa e, con il ricavato, saldare le spese (sempre se gli altri condòmini siano disposti ad anticipare la spesa). Contemporaneamente, dovrò cercare un’altra locazione ed una persona disponibile a farmi da garante in quanto con il mio contratto non ho nessuna voce in capitolo (non mi è concesso nemmeno chiedere un finanziamento ad esempio). Non voglio la pietà di nessuno, il mio è un grido di rabbia verso quel condominio dove ho passato 9 anni e, tra un “buongiorno” e “buonasera”, mi sono trovata schernita e pugnalata alle spalle dalla più totale indifferenza». Un grido di aiuto che si spera possa essere colto.