Riva del Po, il bar working di Matteo: «Così lavoro da remoto»
Il consulente informatico ha la possibilità di lavorare “full remote” e ha deciso di farlo nei locali del suo paese
Ro Dallo scoppio di quella che fu la pandemia
L’idea Un caso del genere arriva dal territorio di Riva del Po e lo sta sperimentando Matteo Maini, che di professione fa il consulente informatico. Tutto è iniziato con una domanda: «Mi sono chiesto: è possibile coniugare il mio lavoro da remoto, quindi full remote (anche se non sono un nomade digitale al 100%), con il mio paese che si basa ancora molto sulle tradizioni?». Questa illuminazione ha trovato delle ricadute pratiche. E così l’avventura ha avuto inizio. «Ci sto provando – si è risposto Maini – . Da circa un mese mi prendo un momento libero, mattina o pomeriggio, per recarmi nelle attività di Riva del Po e capire se questo binomio sia fattibile. Al momento sono stato in quattro locali situati a Ro, Zocca, Guarda e Cologna. E non intendo smettere».
La modalità Ma come funziona? In fondo, è piuttosto semplice. «Entro al bar, prendo da bere e mangiare (ci mancherebbe che vada a sbafo!) e chiedo se posso mettermi al tavolo a lavorare per un’oretta – spiega il consulente informatico –. Al momento nessuna delle bariste presenti mi ha dato risposta negativa, anzi mi è stato sempre detto di sì con un certo entusiasmo. Una volta seduto accendo il mio Mac e inizio a lavorare (creo e gestisco siti web e pagine Instagram) proprio come se fossi in un coworking, nel mio studio o in ufficio. In base al tipo di lavoro che devo svolgere posso decidere se usare le cuffie e mettere la musica per avere il massimo della concentrazione oppure rimanere senza auricolari e ascoltare le voci e suoni esterni. Finito il mio periodo di lavoro – prosegue Maini –, sistemo la mia attrezzatura nello zaino, pago ed esco; devo dire che, in queste occasioni, sono sempre stato molto contento di quanto fatto».
Ma perché tutto questo? «La mia risposta è più semplice di quanto si possa immaginare – risponde Maini –: mi sto impegnando duramente per permettermi di continuare a lavorare dove voglio e quando voglio, mi diverto e amo la mia professione quindi sì, posso farlo; oltre a questo, per me significa godere, seppur in maniera diversa dal solito, il paese dove vivo. Senza avere una cadenza specifica continuerò a cercare luoghi in cui poter lavorare all’interno di Riva del Po e, quando saranno finiti, ripercorrerò le stesse strade già calpestate oppure andrò oltre il mio paese».
A tutto questo Matteo ha anche dato un nome: “Percorso di paese”. «Un percorso semplice, che non ha nulla di straordinario ma che mi permette appunto di vivere Riva del Po a tappe, con calma – conclude Maini – ad ogni tappa indico il luogo sulla mia pagina Facebook». Un modo sicuramente originale per lavorare e “divertirsi”.