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A spasso nei cieli

San Biagio di Argenta, Nicola diventa pilota a 24 anni

Giorgio Carnaroli
San Biagio di Argenta, Nicola diventa pilota a 24 anni

Il primo ufficiale ora sogna di fare base al Marconi di Bologna: «Se sono qui è grazie a mamma e papà»

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A San Biagio di Argenta vive un giovane pilota di aviazione civile: è il primo caso. Raccontare la sua vita anche per farla conoscere ai giovani non è male, ma lui raramente è a casa. Cerchiamo i contatti e attraverso Luca Preti, un amico del pilota, riusciamo a stabilire un appuntamento. Al faccia a faccia stupisce la giovane età: 24 anni. Pilota a questa giovane età di un Boing con quasi 200 persone a bordo? Ebbene sì. Conosciamolo: è Nicola Gualanduzzi, nato a Lugo e residente a San Biagio d’Argenta. I suoi genitori sono Milena Lavezzi e il padre Luciano originario di Molinella (Bo) . «Sono figlio unico – racconta – con tutto quello che ho speso per raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato i miei genitori hanno fatto un sacrificio enorme. Se sono qui è grazie a loro, li ringrazio per avermi permesso di farlo, senza di loro non sarebbe stato possibile. Sono cifre veramente importanti, poi per un genitore stare così lontano da un figlio non è facile ed è un altro sacrificio, anche per loro». Scolasticamente dove ha iniziato? «Le elementari a San Biagio, le medie ad Argenta poi il liceo scientifico con diploma a luglio 2018. A settembre mi sono iscritto a Forlì (“Professione Volare”, scuola di volo e addestramento aeronautico, ndr) e lì ho iniziato il mio percorso per pilota di linea durato fino a quando c’è stato il Covid. Ho affrontato tutte le 14 materie previste in modo positivo, con sedute davanti alla commissione dell’Enac (Ente nazione per l’aviazione civile) a Milano o Roma senza contare la prima visita che si fa all’istituto di medicina legale. Un accertamento sanitario che per i rinnovi si fa ogni anno fino a 40 anni e oltre ogni sei mesi: sul piano fisico non si scherza». Una vita di sacrifici e anche rinunce di ogni tipo? «Solo di sacrifici – precisa il pilota - è un lavoro che ti dà molto ma tu gli devi dare veramente tanto. Oggi sono primo ufficiale, cioè il co-pilota che assiste il comandante, quello che sta a destra in cabina. Il mio primo volo da co-pilota è stato su un B737-800 ng da Bari (che non è più Palese ma dedicato a Papa Wojtyla, ndr) a Torino e ritorno poi Bari-Fiumicino e ritorno».

Ricordi argentani «I miei ricordi del liceo sono molto buoni e devo ringraziare l’istituto perché mi ha insegnato un metodo per affrontare determinate cose, mi ha aiutato a sviluppare un’importante elasticità mentale». Il prof. Fuschini? «È stato il mio insegnante di fisica ma secondo me lo sapeva fin da quando ero piccolo che avrei fatto il pilota. Anche la mia tesina era sul volo. Sono davvero grato a tutti i miei professori perché mi hanno lasciato qualche cosa di positivo e lo dico con il senno di poi. Ripeto: mi è servito tanto. Se la consiglierei la vita da pilota civile? Dipende: ti deve piacere e soprattutto se sei disposto a sacrificarti perché di mazzate ne prendi tante ma bisogna buttarsele dietro e ripartire. Se al primo ostacolo dici questo non fa per me allora non lamentarti e questo vale per tutti gli ostacoli della vita». Ricordi liceali? «Gli amici sono rimasti ma quando mi sono trasferito, ciò che avevo qua l’ho trascurato e mi sono focalizzato al 200% sul mio futuro da pilota sacrificando anche le amicizie: è l’inseguimento di un sogno. Il prossimo sogno? Base sull’aeroporto di Bologna mentre per il contratto di lavoro posso dire che quello italiano è il migliore di tutti».