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«Canapa, coltura storica». A Ferrara agricoltori in ginocchio

«Canapa, coltura storica». A Ferrara agricoltori in ginocchio

L’emendamento che vieta la cannabis light colpisce l’intera filiera. Protesta la Coldiretti

02 agosto 2024
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Ferrara «Non si può fare di tutta l’erba un fascio», esordisce esasperato Massimo Pica, agricoltore e vicepresidente della Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara. Mai modo di dire fu più azzeccato, dal momento che l’altra notte, con l'approvazione in commissione alla Camera di un emendamento al “ddl sicurezza”, è arrivata la tanto temuta stretta del Governo sulla cannabis light. La nuova regolamentazione che sta per essere introdotta, equiparerà la cannabis light a quella tradizionale, nonostante abbiano proprietà molto diverse fra loro. L’attuale legislazione, risalente al 2016, consente la coltivazione della canapa per scopi industriali, purché il contenuto di Thc (la sostanza psicoattiva presente nella pianta) non superi lo 0,2%. La nuova normativa, invece, proibisce il commercio, la lavorazione e l'esportazione di foglie, infiorescenze, resine e di tutti i prodotti contenenti sostanze derivate dalla pianta di canapa, a prescindere dalle percentuali che contengono. Ciò significa che intere filiere nate in quasi dieci anni, tra un mese saranno considerate illegali, senza nemmeno il tempo di riconvertirsi. Anche a Ferrara questa decisione arriva a colpirà duramente imprenditori locali che con passione, entusiasmo e soprattutto investimenti si erano dedicati a questa economia.

«Il territorio ferrarese è storicamente vocato alla coltivazione della canapa - spiega Piva, risicoltore di Jolanda di Savoia - per questo quando c’è stata la possibilità, nel 2020, con altri agricoltori, ci siamo uniti perché volevamo riportare in auge questa pianta che era il fiore all’occhiello del nostro territorio. Infatti abbiamo avuto risultati ottimi per produzione, qualità e soprattutto basso impatto: è davvero una coltura green che ha bisogno di poca acqua e chimica. Inoltre c’era davvero una grande richiesta del prodotto, potevamo tornare ad essere leader mondiali, aiutando a risollevarsi un comparto che è in forte crisi». Questa storia non ha un lieto fine. Prima ancora del tragico epilogo di questi giorni, Piva si è trovato in difficoltà con l’azienda che avrebbe dovuto effettuare ritiro ed essiccazione del prodotto. «L’incertezza governativa in materia, ha favorito il proliferare di pirati e improvvisati che hanno compromesso il lavoro di tante persone serie che ci avevano messo impegno e fiducia. Se solo la politica ci avesse creduto, ora avremmo un’economia fiorente. Sbaglia chi pensa che sia una coltura fuorilegge, eravamo controllatissimi dai Carabinieri e sempre in regola. È stato fatto un ingiusto processo alle intenzioni che ha penalizzato migliaia di agricoltori, tra cui anche quelli ferraresi. Peraltro la canapa ha tantissimi possibili impieghi, dagli alimentari all’edilizia, dagli abiti alla cosmetica, fino alla farmaceutica, grazie alle proprietà rilassanti e antinfiammatorie del cannabidiolo (Cbd)».

«L’emendamento mette a rischio la sopravvivenza di un intero comparto impegnato in una coltivazione dove sono stati fatti investimenti significativi», si unisce alla protesta anche Coldiretti. l

Stefania Andreotti

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