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Ferrara, eccidi della Certosa: i martiri salutati sulle note di Bella ciao

Margherita Goberti
Ferrara, eccidi della Certosa: i martiri salutati sulle note di Bella ciao

Il vicesindaco Balboni: «Memoria di un’atroce brutalità»

11 agosto 2024
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Ferrara A 80 anni dagli eccidi che l’11 agosto 1944 alla Certosa videro vittime dei fascisti prima sette dissidenti e il 20 agosto altri due, mentre un terzo moriva in circostanze piuttosto dubbie in questura, ieri si è tenuta la cerimonia di commemorazione alla presenza dei rappresentanti delle associazioni d’Arma, del tricolore e del picchetto d’onore dell’Aeronautica. «La nostra comunità - ha esordito il vicesindaco Alessandro Balboni - si stringe attorno alla memoria di una atroce brutalità. Il trascorrere del tempo non lenisce il dolore per quelle morti e non assopisce il senso di ingiustizia. Per questo motivo - ha poi concluso - tramandare la memoria è un compito imprescindibile che deve essere coltivato e incoraggiato dalle istituzioni. Il Comune di Ferrara sarà per sempre un faro di memoria e giustizia; intendiamo infatti onorare la memoria di tanti caduti innocenti che la nostra città ha purtroppo pianto. Il vostro sacrificio non sarà dimenticato».

Il video integrale della cerimonia

Dopo la benedizione del vicario Massimo Manservigi ai cippi quest’anno particolarmente impreziositi da una serie di piantine fiorite e dal tradizionale mazzo di fiori a sottolineare l’evento, Antonella Guarnirei del Museo della Resistenza e del Risorgimento ha ripercorso quella tragica pagina di storia che vide dopo l’uccisione avvenuta solo il giorno prima, di Mario Villani, maresciallo della famigerata e temutissima Squadra politica della Questura, la rappresaglia contro Destino Sivieri Tersillio, Guido Droghetti, Antonio Piccoli, Gaetano Bini, Guido Fillini, Romeo Bighi e Renato Squarzanti, mentre Jovanti Balestra riuscì miracolosamente a fuggire e a nascondersi nei campi adiacenti il muro della Certosa, luogo della fucilazione. I primi cinque secondo il rapporto dell’allora questore Vistoli, perché coinvolti in modo indubbio nell’organizzazione comunista, Squarzanti perché comunista irriducibile e pericolosissimo, Bighi perché ribelle e sbandato e Balestra perché trovato in possesso ingiustificato di armi e perché facente parte di bande ribelli. Pochi giorni dopo furono uccisi anche Donato Cazzato e Mario Zanella mentre Mario Bisi non sopravvisse alle torture e fu detto che si sparò un colpo di pistola «sebbene fosse ammanettato», ma di questo episodio non c’è menzione nel rapporto.

«Molti componenti del gruppo - ha ricordato Guarnirei - erano stati arrestati in precedenza per azioni e propaganda antifascista svolte nella fabbrica di gomma sintetica nucleo originario della Montecatini in cui lavoravano e residenti in quel Borgo di San Luca notoriamente zona rossa». La cerimonia si è conclusa con la lettura da parte di Nicolò Govoni dell’Istituto di storia contemporanea di un brano tratto dal racconto che don Calessi - cappellano del carcere - fece di quelle tragiche ore e sulle note di Bella ciao, intonata spontaneamente da un gruppo di persone.