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"Lasagna soup" ferrarese? Dubbi sulle radici storiche

Corrado Magnoni
"Lasagna soup" ferrarese? Dubbi sulle radici storiche

Il caso sollevato da un articolo uscito sul New York Times. Chef Finetti: «Improbabile una zuppa del genere nel XVIII secolo»

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Ferrara Il New York Times ha recentemente portato all’attenzione del pubblico americano la "Lasagna Soup", descrivendola come un piatto dalle presunte origini italiane, specificamente ferraresi, risalenti al XVIII secolo. Secondo l’articolo, la zuppa di lasagne sarebbe stata inventata nel 1719 a Ferrara da un cuoco di nome Giovanni Sangiovanni. Tuttavia, questa narrazione è completamente fittizia: non esiste alcuna documentazione storica che attesti l’esistenza di San Giovanni, tantomeno la creazione di un piatto simile in quell’epoca. Si tratta già del secondo caso in cui il più importante e famoso quotidiano al mondo provoca reazioni stizzite sulla cucina emiliano-romagnola, dopo le polemiche per la critica alla città di Bologna, divenuta un «mangificio di mortadella».

L’origine

Il sito World Food Wiki, che ha diffuso per primo questa storia, sostiene che la Lasagna Soup sia nata dall’idea di combinare due piatti tipici italiani, le lasagne e il minestrone. Nonostante l’origine inventata, la Lasagna Soup è descritta come una tradizione secolare che oggi vanta diverse varianti, dai piatti cremosi alle opzioni vegetariane, ma sempre con ingredienti base come carne di maiale macinata, salsa di pomodoro, ricotta e mozzarella, cucinati insieme in una zuppa anziché stratificati come nella lasagna tradizionale. Invenzione della tradizione La realtà è che la Lasagna Soup è un piatto creato negli anni ’90 a Chicago, in un periodo in cui i ristoranti italo-americani tradizionali stavano iniziando a chiudere. Questa reinterpretazione della cucina italiana è stata adottata dagli americani, che l’hanno poi attribuita erroneamente a una nobile tradizione italiana. Il New York Times, nel riportare questa storia, ha suscitato reazioni indignate in Italia, in particolare a Ferrara, dove nessuno ha mai sentito parlare di questa zuppa come parte della tradizione locale. Il caso della Lasagna Soup si inserisce in una più ampia tendenza di appropriazione e reinterpretazione della cucina italiana da parte della cultura americana, spesso distorcendo o inventando tradizioni culinarie inesistenti. Questo ha provocato l’irritazione di figure importanti della gastronomia italiana e delle autorità locali, che vedono in queste narrazioni un pericolo per la corretta preservazione e valorizzazione del patrimonio culinario italiano. In conclusione, la Lasagna Soup non ha nulla a che vedere con la tradizione gastronomica italiana e rappresenta piuttosto un esempio di come la cucina italiana venga spesso reinterpretata in modo arbitrario all’estero, perdendo il legame con le sue vere radici storiche e culturali.

Chef Finetti

Simone Finetti, ex concorrente di MasterChef e titolare del ristorante Villa Albertina nell’Argentano insieme alla futura moglie Veronica, ha espresso il suo scetticismo riguardo la "Lasagna Soup". Pur non avendo mai assaggiato il piatto, Finetti critica fortemente la denominazione, affermando che «è improbabile che una zuppa del genere esistesse nella Ferrara del XVIII secolo, e ancora meno che venisse chiamata zuppa di lasagne». Secondo lui, questo è più un esempio di marketing americano che una tradizione italiana autentica. Finetti osserva che, «sebbene si possa creare un piatto con ingredienti simili, il nome "Lasagna Soup" non riflette affatto la cucina italiana e potrebbe essere un disastro se proposto come piatto tradizionale in un ristorante italiano». Finetti suggerisce che chiunque voglia reinterpretare la cucina italiana in chiave americana dovrebbe farlo con rispetto, «evitando di attribuire radici storiche inesistenti ai piatti».