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Faro di Gorino vendesi. E il ristorante è già chiuso: «Non stiamo trovando personale»

Katia Romagnoli
Faro di Gorino vendesi. E il ristorante è già chiuso: «Non stiamo trovando personale»

Dopo la riapertura nel 2021 post pandemia ecco nuove problematiche e su Idealista spunta l’annuncio di vendita

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Gorino È una tra le 13 spiagge ritenute più belle d’Italia da Legambiente, ma il suo “isolamento” atavico e naturale ha dato origine all’ennesimo empasse. I turisti restano incantati dalla bellezza del Faro di Gorino, luogo di richiamo per appassionati di vacanze immerse nella natura e non solo per vacanzieri balneari, il più settentrionale della riviera Emiliano-romagnola, ma il ristorante è chiuso. Per giorni si sono rincorse voci discordanti, ma a fare chiarezza è il gestore in persona, Erik Scabbia, il quale, nel 2017, si è aggiudicato la gestione della struttura, a seguito di bando di gara di interesse pubblico nazionale, emanato dall’agenzia del Demanio e dal ministero della Difesa, in funzione della riqualificazione dei vecchi fari. «Per ora il ristorante resta, purtroppo, chiuso - spiega Scabbia -, per problemi di reperimento del personale. Non si trova. È un problema comune a tutto il settore ricettivo e della ristorazione, ma qui lo si avverte di più, perché questa isola è raggiungibile non con mezzi ordinari. Cuoco e aiuto cuoco se ne sono andati a giugno. Cerchiamo personale idoneo, qualificato».

Costruito nel 1950 a sostituzione dell’ottocentesca vecchia Lanterna, il Faro di Gorino consta di una base cilindrica ed è alto 22 metri. La sua cima è sormontata da una lanterna, il cui fascio luminoso raggiunge le 10 miglia. Dopo lavori di ristrutturazione e adeguamento normativo, anche la vecchia casa del guardiano, annessa al Faro, è stata trasformata in una caratteristica, affascinante struttura ricettiva, abbracciata dal mare e dalla Sacca di Goro. «Abbiamo affrontato tante trafile burocratiche e peripezie in questi anni – prosegue Scabbia-, siamo riusciti ad aprire nel 2021, ma ci eravamo aggiudicati la gestione nel 2017. Adesso supereremo anche questa criticità. Ripeto: il problema di reperimento del personale è diffuso in tutto il settore alberghiero e della ristorazione. Benché il ristorante sia chiuso, assicuriamo, tuttavia l’apertura dello spazio ombreggio in spiaggia e il servizio escursioni in barca».

Dopo il periodo più critico della pandemia, e al culmine di un iter amministrativo irto di scogli e imprevisti, il Faro di Gorino, cessato il lungo letargo, era stato riaperto al pubblico e inaugurato il 29 maggio 2021. Scabbia e il socio Giampiero Rubbi avevano investito oltre un milione di euro per sostenere i lavori necessari di ristrutturazione e conversione della casa del guardiano in albergo, dotato di cinque camere con finestre a vista mozzafiato, oltre all’attiguo ristorante e a un beach bar dotato di veranda all’aperto. Sono una cinquantina gli ombrelloni che hanno trovato posto in un lembo di arenile che, l’anno successivo all’inaugurazione, fu protagonista del primo contenzioso. Il rilascio della concessione demaniale stagionale da parte dei Carabinieri forestali fu messo in discussione dalla stessa Agenzia del Demanio, competente in materia. Dopo i problemi burocratici, si affaccia oggi un nuovo problema, quello del reperimento di personale. «Oltre a 1.800 euro di stipendio mensile, occorre assicurare ai dipendenti vitto e alloggio. Ma qui nessuno si adatta, perché sei distante da tutto e da tutti». Intanto, su Idealista spunta l’annuncio di vendita dell’intero complesso, al costo 4.5 milioni di euro.