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Ferrara, viale K non si ferma mai: mensa a quota 91mila pasti

Margherita Goberti
Ferrara, viale K non si ferma mai: mensa a quota 91mila pasti

Volontari al lavoro anche in questi giorni, sia a pranzo che a cena. Nel bilancio annuale 10.278 pacchi alimentari e 40mila colazioni

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Ferrara Tempo di vacanze ma non per tutti; c’è infatti chi non si ferma mai neppure nel weekend di Ferragosto. È la categoria dei volontari ed in questo caso della Mensa di Viale K che continueranno ad accendere i fornelli per un pasto caldo nella mensa della Rivana. «La Mensa - spiega il direttore Raffaele Rinaldi - non interrompe mai la sua attività ed è infatti operativa 365 giorni all’anno festivi compresi, sia a pranzo che a cena. Nel 2023 come attestano i dati desunti dall’ultima assemblea dei soci appena conclusa, i pasti distribuiti sono stati 91.973 ma se si considerano anche le colazioni negli 8 Centri di accoglienza, allora arriviamo a 130.519, a cui si devono aggiungere 10.278 pacchi di generi alimentari che distribuiamo due volte al mese». Ma l’Associazione Viale K creata nel 1992 da don Bedin, non pensa solamente alla ristorazione perché diverse sono le attività che promuove durante tutto l’arco dell’anno. La prima è sicuramente l’accoglienza che nel 2023 ha coinvolto 223 persone appartenenti a 22 nazionalità diverse; 44 gli italiani (41 uomini e 3 donne) determinando il gruppo più numeroso, 179 gli immigrati (127 uomini e 52 donne) e di questi, 136 in maggioranza della Nigeria ed Ucraina alla pari con Tunisia, hanno richiesto asilo quindi protezione internazionale, registrando ben 38.546 giornate di permanenza.

«Escludendo le persone con problemi di salute o di altro tipo - prosegue Raffaele - chi sarebbe idoneo a svolgere un lavoro, incontra un grande ostacolo nell’ottenere la residenza condizione indispensabile per essere assunto. Ed infatti è nostro intento intensificare il rapporto con l’anagrafe del Comune di Ferrara o di atri Comuni e di Asp affinché si abbrevino i tempi di attesa. Le richieste ci vengono soprattutto dall’agricoltura, dall’edilizia e meno dalla ristorazione; questo è uno dei problemi che maggiormente ci stanno a cuore perché potrebbe determinare una svolta nella vita di queste persone che cercano solo di migliorarla». Molti sono comunque i progetti che l’associazione Viale K promuove. C’è il progetto "Quasi" in via di rinnovo che si svolge nel territorio di Copparo con il Laboratorio Vita che rappresenta un sostegno alla gestione del quotidiano e Co- housing ovvero l’accoglienza di persone inviate da Assp Copparo e/o comunità San Giuseppe. "Galeorto" si svolge nella Casa circondariale di Ferrara in collaborazione con l’amministrazione penitenziaria e consiste nella gestione dell’orto all’interno del carcere; attualmente interessa 41 detenuti che hanno aderito volontariamente seguiti da sei volontari. Viale K prevede anche l’inserimento di persone sottoposte a Messa alla prova ed a Lavori di pubblica utilità in varie attività grazie a due convenzioni con il Tribunale di Ferrara ed infine a chi usufruisce di misure alternative come ad esempio l’affidamento in prova al servizio sociale, semilibertà ed arresti domiciliari. Ai bagni pubblici di via Kennedy in convenzione con Ferrara Tua, in 5 sono impegnati per questo servizio per la comunità e per i turisti che ha registrato l’anno scorso 11.821 accessi.

Viale K ha pensato anche ai bambini per i quali funziona durante l’anno un doposcuola a cui si sono iscritti in 32 ed una scuola estiva molto più gettonata con 144 iscrizioni; le due attività si svolgono presso il centro di Porta Po dove c’è il Mantello. Per le persone seguite è disponibile sia una consulenza psicologica che attualmente interessa 16 percorsi e quella legale in collaborazione con gli Avvocati di strada che si rivolge a persone senza fissa dimora o accolte in strutture di prima accoglienza; sono 15 i casi seguiti. «Infine - conclude Rinaldi - è ancora in atto la raccolta dei tappi e delle cassette di plastica che poi vengono macinati e rivenduti. È un’attività di autofinanziamento e di avviamento al lavoro "protetto" a favore di soggetti svantaggiati. Purtroppo non è molto remunerativa ma la proseguiamo ugualmente per il suo aspetto sociale e di rispetto per l’ambiente. Le nostre spese sono ingenti ma per fortuna abbiamo un grosso sostegno dalla colletta alimentare che ci fornisce molti prodotti, dalle donazioni dei cittadini di indumenti ed altro e dalle sovvenzioni statali».