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Lidi, granchi blu e mucillagini tengono i turisti lontani dal mare

Lidi, granchi blu e mucillagini tengono i turisti lontani dal mare

Migliaia di crostacei ieri sono arrivati fino a riva, impossibile fare il bagno. Colpa dell’anossia di fine estate, ma ora un aiuto potrebbe arrivare dal maltempo

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Lidi In pochi ieri, prima dell’ondata di maltempo, si sono avventurati per un bagno in mare, perché sin dalle prime ore del mattino, soprattutto in alcune aree del litorale, si è assistito a un vero e proprio assedio della battigia da parte di colonie di granchi blu. Da giorni il fenomeno, associato alla proliferazione della mucillagine in mare aperto, stava tenendo operatori balneari e turisti con il fiato sospeso.

Ieri mattina il problema che, dal 25 luglio, sembrava interessare l’Adriatico solo dalle quattro miglia in poi, si è trasferito a riva gettando nello sconforto i vacanzieri accaldati dei Lidi comacchiesi, costretti a rinunciare a un bagno refrigerante in mare.

«I cambi di corrente, il caldo prolungato possono provocare questi fenomeni naturali, ma non dobbiamo osservare tutto ciò in modo allarmistico – osserva Nicola Bocchimpani, presidente di Asbalneari, l’associazione che raggruppa gli stabilimenti balneari dei lidi Pomposa, Nazioni e Scacchi –, tra la serata e domani (oggi per chi legge ndr), è previsto l’arrivo di una forte perturbazione, si smuoveranno i fondali, che potranno così riossigenarsi e il fenomeno osservato oggi sarà quindi destinato a scemare».

Tra coloro, tuttavia, che ieri avevano deciso di concedersi una domenica di sole e di brezza di mare, rifuggendo dall’afa opprimente dei centri urbani, c’è chi ha pensato bene di girare video e scattare foto, rimbalzate subito anche in redazione, per mostrare il problema, in tutta la sua evidenza. L’acqua del mare presentava un colore inusuale, sul quale aveva inciso l’arrivo di distese filamentose e viscide di mucillagini.

Va ribadito che non si tratta di inquinamento ambientale e ciò è stato già sottolineato da Diego Viviani, biologo, presidente del Centro Ricerche Marine di Cesenatico, nonché acquacoltore ed ex sindaco di Goro. «Se al largo c’è la mucillagine – puntualizza Viviani –, i granchi si spingono a riva, per evitare l’anossia conseguente alle presenza delle alghe».

Dello stesso parere Mattia Lanzoni, biologo, ricercatore dell’Ateneo ferrarese, impegnato nel progetto di conservazione dell’anguilla europea. «Con ogni probabilità, si tratta di classica anossìa di fine estate, accompagnata da sbalzo di pressione pre cambio meteorologico, che ha portato fenomeni di ipossia e anossia sulla costa – fa notare Lanzoni– Le specie ittiche che si possono spostare giungono sotto riva, dove le acque si muovono un po’ e dove c’è più scambio con la superficie. Al 90% si tratta di granchi blu». Per invertire la tendenza e fare in modo che il mare recuperi il suo equilibrio naturale, è indispensabile una forte perturbazione, anche di durata prolungata. Solo nei prossimi giorni si saprà se l’ondata di maltempo appena arrivata avrà contribuito alla giusta causa, per la gioia di tutti, turisti e operatori balneari.

Chi conosce e vive il mare di professione, come Antonio Cavallari, pescatore, presidente della cooperativa Logonovo di Comacchio, dedita alla molluschicoltura, aggiunge alcuni dettagli sul fenomeno in corso. «Quando c’è il morto d’acqua, come chiamiamo noi l’acqua ferma, non si dovrebbero scaricare in mare le acque provenienti dal circuito dei canali di irrigazione, perché arrivano i prodotti utilizzati in agricoltura, che vanno poi a foraggiare le mucillagini, facendole proliferare. Era dal 1989 – ricorda – che sulla nostra costa non si assisteva a un fenomeno così esteso di proliferazione della mucillagine. Occorre che le acque del Consorzio di Bonifica vengano scaricate gradualmente in mare. La collaborazione c’è, ma occorre una programmazione, per evitare queste conseguenze».