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Buskers Festival

Ferrara, gli artisti di strada: «Il biglietto è un costo per il pubblico, noi non ci guadagniamo»

Nicolas Stochino
Ferrara, gli artisti di strada: «Il biglietto è un costo per il pubblico, noi non ci guadagniamo»

L’ingresso a pagamento fa discutere anche i performers, che hanno meno offerte

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Ferrara Questa rinnovata e coraggiosa edizione del Ferrara Buskers Festival ha raccolto pareri molto contrastanti. C’è chi accoglie il cambiamento e sostiene fosse necessario e chi invece resta legato alla tradizione chiedendo un ritorno alla vecchia forma. Da domani si tireranno le somme definitive, certo è che il flusso di spettatori è inevitabilmente diverso da quello delle scorse edizioni. Biglietto d’ingresso e nuova location hanno rivoluzionato il successo di una manifestazione che va avanti da 37 edizioni e che da sempre accompagna la fine dell’estate estense. Le opinioni di ferraresi e visitatori sono state raccolte, ma cosa ne pensano i buskers stessi? Sentimento comune di tutti gli artisti di strada è l’importanza del cappello. È capitato spesso al termine delle esibizioni di queste sere, che gli artisti esprimessero il proprio desiderio di ricevere le consuete offerte da parte del pubblico.

«Abbiamo notato - raccontano in diversi - che il pubblico è meno propenso a mettere anche solo una piccola somma nel cappello che offriamo durante le nostre esibizioni. Pagare per poter accedere rappresenta già un costo per i visitatori, ma ciò che vogliamo far capire è che il nostro guadagno arriva direttamente dalle offerte e non dal ticket d’accesso. La manifestazione ci fornisce vitto e alloggio, ma il nostro sostentamento è completamente nelle mani del pubblico». Un biglietto annunciato dopo le prime candidature e selezioni. «Nel momento in cui abbiamo inviato la nostra richiesta di partecipazione - affermano - non erano ancora state annunciate le novità di quest’anno. Ci siamo pertanto trovati a scoprirle anche noi durante l’annuncio ufficiale». Ascoltando le opinioni dei performers, si nota una netta spaccatura tra chi è a favore e chi invece avrebbe preferito mantenere l’accesso gratuito. Una divisione che rispecchia le diverse nazionalità, mettendo in risalto come nel mondo sia un elemento ormai consueto mentre fatica ad entrare nella nostra cultura.

«Veniamo da differenti parti del mondo - spiegano - e ci esibiamo in molte città e festival. La maggior parte di essi ha un biglietto di ingresso e non è mai stato un problema». Diversa invece l’opinione sulla nuova location. C’è chi si è già esibito nelle scorse edizioni e afferma: «Si percepisce la mancanza della formula del festival diffuso. Era bello, dopo le esibizioni, poter attraversare il centro storico di questa magnifica città per scoprire le performance dei nostri colleghi». Chi invece presenta il parere opposto: «Poterci esibire in una strada storica ha un valore immenso».