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Migliarino, collezione di droghe in casa: coppia arrestata

Daniele Oppo
Migliarino, collezione di droghe in casa: coppia arrestata

Nascondevano sette etti di varie sostanze. Convalidato l’arresto, lui in carcere e lei ai domiciliari

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Migliarino La giudice per le indagini preliminari non ha creduto alla versione degli indagati, in particolare di quello principale. Difficile che davvero che quel mezzo chilo e oltre di sostanze stupefacenti trovate dai carabinieri in loro possesso fossero davvero solo per uso personale.

Ecco spiegata la decisione del Tribunale di Ferrara mantenere le due misure cautelari già disposte dal pubblico ministero: detenzione in carcere per lui (38 anni), domiciliari per lei (43 anni).

La coppia era stata arrestata all’alba di sabato dai carabinieri della stazione di Migliarino, che sospettavano che la loro abitazione nascondesse un centro di spaccio di stupefacenti. L’accesso in casa con l’aiuto di un’unità cinofila presa in prestito dalla Polizia locale di Ferrara e la successiva perquisizione hanno dato la conferma della fondatezza dei sospetti. I carabinieri hanno infatti trovato una collezione di droghe di vario tipo: 370 grammi di marijuana, 300 grammi di hashish, 2 di cocaina, 7 di eroina, un francobollo di Mdma, 54 pastiglie sempre di Mdma, un bilancino di precisione e 300 euro, ritenuti provento di spaccio.

La coppia, assistita dall’avvocato Marco Faveri, è comparsa ieri in tribunale, lui accompagnato dalla Polizia penitenziaria, lei arrivata per conto proprio, per l’interrogatorio di garanzia da parte della giudice Alessandra Martinelli.

Entrambi, come loro diritto, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del giudice ma hanno scelto di rilasciare delle dichiarazioni spontanee. Lui, che risulta fosse già ai domiciliari per un’indagine sempre legata alla droga, ha detto che buona parte di quelle sostanze fossero per un suo consumo personale. Lei ha detto è di essere consumatrice occasionale.

Una versione non supportata da riscontri oggettivi su un’eventuale dipendenza o prese in carico al Serd che, in tutta evidenza, ha portato la giudice a non ritenere credibile, almeno in questa fase, le loro dichiarazioni e a confermare le misure cautelari già in atto.