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Il caso

Duplice omicidio di Rero, l’epilogo è vicino

Annarita Bova
Duplice omicidio di Rero, l’epilogo è vicino

Era il 28 febbraio 2021 quando i corpi dei cugini furono trovati carbonizzati in un’auto

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Rero A più di tre anni dall’omicidio dei cugini Dario e Riccardo Benazzi, potrebbe finalmente arrivare il momento della svolta nelle indagini. Era il 28 febbraio del 2021 quando i corpi dei cugini furono trovati carbonizzati in un’auto a Rero «e da quella mattina la famiglia aspetta ancora giustizia - spiega il legale della moglie di Dario, Denis Lovison -. Finalmente potremmo essere vicini alla verità, grazie a chi non ha mai mollato». Al momento sono indagati Filippo e Manuel Mazzoni, padre e figlio residenti vicino al luogo dell’omicidio.

Un passo indietro. Lo scorso anno la giudice delle indagini preliminari Silvia Marini ha accolto l’opposizione alla richiesta di archiviazione delle indagini sul duplice omicidio di Riccardo e Dario Benazzi, i due cugini uccisi a fucilate e poi caricati su un’auto data alle fiamme in un campo di Rero, dove stavano smontando il traliccio di un prototipo di impianto eolico realizzato dallo stesso Riccardo Benazzi. In sede cautelare, va detto, più giudici hanno messo in forte dubbio – anzi, hanno proprio escluso – che le prove raccolte dagli inquirenti fossero sufficienti a ritenere esistenti perfino i gravi indizi di colpevolezza a carico dei Mazzoni, cosa che poi ha orientato la procura nel chiedere di archiviare.

La gip ha però accolto le richieste di approfondimento avanzate in una memoria dall’avvocato Denis Lovison. «Mi sono opposto alla richiesta di archiviazione - spiega Lovison -, perché convinto che a carico degli indagati le indagini abbiano fatto emergere plurimi, gravi ed univoci elementi probatori, suscettibili di determinarne la condanna a seguito del giudizio». In particolare, Lovison ha chiesto di disporre una perizia finalizzata ad accertare se per le operazioni di occultamento dei cadaveri di Dario e Riccardo Benazzi potevano essere svolte da una sola persona ovvero da più persone e, in caso positivo in che numero, nonché accertare se gli stessi avrebbero potuto, disgiuntamente e/o congiuntamente trasportare i corpi dal luogo di uccisione a quello di abbruciamento.

Il legale, trovando accoglimento nella decisione del gip, aveva chiesto anche approfondimenti sulla presenza di residui di tracce da sparo in una maglia di Manuel Mazzoni (in particolare la presenza di lantanio), nonché di approfondire la posizione di un terzo soggetto, anche tramite la comparazione di una traccia di Dna, prima di allora non toccato ufficialmente dalle indagini ma che fu l’ultimo a vedere in vita i due cugini Benazzi proprio sul luogo del delitto e che in una conversazione intercettata aveva espresso sospetti sulla responsabilità di Filippo Mazzoni in merito al compimento del duplice omicidio