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Dopo la tragedia

Morto in auto a Pomposa, focus sui soccorsi

Annarita Bova
Morto in auto a Pomposa, focus sui soccorsi

Si attende l’autopsia sul corpo di Giancarlo Baruffaldi, deceduto nello schianto. Il legale: «È uscito dall’auto da solo, il malore lo ha avuto dopo l’incidente. Faremo luce»

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Pomposa «Giancarlo Baruffaldi è uscito dall’auto con le sue gambe ed è morto dopo più di un’ora. Ci sono aspetti che vanno chiariti su quanto successo dopo l’incidente di domenica mattina sulla Sp54 a Pomposa. Ma anche sulle cause dello stesso». A parlare è l’avvocato Denis Lovison, legale nominato dalla famiglia per far luce sulle cause della tragedia.

Doveva essere la solita gita della domenica al mare, quella del 25 agosto, e invece la giornata si è trasformata in un incubo. Una vita spezzata a 49 anni, la figlia 14enne ricoverata al Bufalini di Cesena e due giovani donne, madre e figlia di 17 anni, meno gravi, ricoverate a Cona, la prima già dimessa. L’autopsia sul corpo dell’uomo non è ancora stata disposta e di conseguenza anche la data dei funerali non è stata fissata. Dopo più di una settimana è ancora tutto fermo, con la famiglia che attende risposte e indicazioni. Certamente saranno disposte indagini e perizie, volte a stabilire non solo la velocità tenuta dalla Bmw, ma anche le condizioni del conducente. Secondo le prime ricostruzioni l’uomo avrebbe perso il controllo del mezzo e nell'incidente non sono stati coinvolti altri veicoli.

«Ci son diverse questioni su cui occorre fare luce - va avanti Lovison. In primo luogo bisogna capire di chi è la competenza su quella strada, che è sì una provinciale ma come spesso accade ci potrebbero essere altri enti coinvolti in quel tratto. Dalle condizioni del manto stradale, alla presenza del guardrail e della giusta segnaletica sia orizzontale che verticale: nulla verrà lasciato al caso. Bisognerà certamente capire a che velocità viaggiava l’auto guidata da Baruffaldi e vanno chiariti diversi elementi». Soprattutto «è emerso che l’uomo non avrebbe avuto un malore come ipotizzato in un primo momento. Giancarlo Baruffaldi è uscito dall’auto da solo, era cosciente. Non è stato dunque un malore a provocare l’incidente e la morte ma il decesso è avvenuto dopo, molto probabilmente a causa dello schianto. Un passaggio questo per noi fondamentale. Come è fondamentale stabilire quanto tempo è passato dal momento della prima chiamata al 118 a quando i soccorsi sono realmente arrivati sul posto. La famiglia vuole capire se il marito e padre avrebbe potuto salvarsi o se comunque per lui non ci sarebbe stato nulla da fare».