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Statale 16, il Tar boccia il Comune di Argenta: i lavori si devono fermare ancora

Annarita Bova
Statale 16, il Tar boccia il Comune di Argenta: i lavori si devono fermare ancora

Esultano i proprietari dei terreni espropriati. Procedura “viziata”

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Argenta Cantano vittoria i proprietari dei terreni interessati dai lavori per la realizzazione della Variante alla Statale 16: ieri il Tribunale amministrativo regionale ha dato loro ragione ed al momento resta dunque ancora tutto fermo. Niente cantiere. Lo scorso mese di aprile il Tar di Bologna è intervenuto sui lavori per realizzare la variante alla statale 16 da Argenta a Ponte Bastia, confermando lo stop ai lavori e rimandano alla causa vera e propria. Ieri mattina il Tribunale amministrativo regionale si è pronunciato, dando ragione ai residenti e bloccando dunque gli espropri. Una vittoria portata a casa dall’avvocato Carlo Dalla Vecchia di Bologna che tutela le proprietà di una decina di cittadini.

«Il Tar ha deciso, con grande celerità, il merito dei tre ricorsi ed ha accolto le tesi dei ricorrenti che sostenevano l’inattualità della Valutazione di impatto ambientale (Via) eseguita nel 2001 sul tracciato dalla variante stradale - spiega Dalla Vecchia -. In particolare, il Tar ha accertato che, rispetto alla Via eseguita nel 2001 cioè più di vent’anni fa, attualmente il contesto di fatto in cui dovrebbe inserirsi l’opera pubblica è mutato così come è diversa la pianificazione territoriale, quella delle acque e, in generale, quella ambientale. In sostanza, poiché la Via è lo strumento dato all’autorità pubblica per pervenire alla migliore scelta localizzativa di un’opera pubblica, occorre che siano prese in considerazione le alternative progettuali e che essa sia attuale e non così risalente nel tempo come quella del caso concreto. Per queste ragioni il Tar ha annullato questa parte del procedimento e, di conseguenza, gli atti successivi».

Quali potrebbero essere le prossime mosse? «La decisione del Tar ha come primario effetto l’annullamento della Via che dunque dovrà essere rinnovata così come i successivi passaggi del procedimento di approvazione dell’opera pubblica. L’immediato effetto sarà l’interruzione dei cantieri e degli espropri. Non escludo che le parti soccombenti presentino appello al Consiglio di Stato. Sarebbe auspicabile che, dall’annullamento della Via, le amministrazioni cogliessero l’occasione per valutare tracciati stradali alternativi che, secondo lo stato attuale dei luoghi al tempo non valutato, comporterebbero un minor sacrificio alle aziende agricole, agli immobili ed anche minori costi per espropri ed indennizzi alle proprietà che, seppur non espropriate, subiscono un danno diretto dalla realizzazione dell’opera». La reazione Immediata anche la reazione del Comune: «Si apre adesso un nuovo scenario inaspettato, per il quale nel quale non ci sottrarremo al lavoro - si legge in una nota -. Le sentenze non si commentano, ma ciò che abbiamo letto oggi frena in modo brusco le prospettive di crescita della nostra comunità: le amministrazioni statali hanno portato avanti una procedura che oggi è stata giudicata viziata, e a causa di ciò facciamo un grande balzo indietro. Il progetto dovrà essere "riaperto" e si dovrà ripartire con un nuovo screening ambientale, che vedremo se confermerà le valutazioni di quello originale. Uno stop che possiamo prevedere faccia sicuramente sfumare l’apertura del cantiere entro l’anno, e per chissà quanto, considerato il possibile aumento dei prezzi che potrebbe alzare, per l’ennesima volta, il costo dell’opera».

Negli ultimi cinque anni «avevamo fatto dei passi avanti enormi: dal progetto definitivo, a quello esecutivo, al finanziamento e alla gara del progetto. Quest’anno l’affidamento dei lavori a una ditta seria, già al lavoro nei mesi scorsi - concludono dal Comune -. Siamo sicuri che da Roma, adesso, verrà fatto tutto quello che è possibile perché il procedimento non si blocchi, ancora. Chiederemo che tutta la filiera istituzionale faccia il possibile perché la procedura venga riaperta e conclusa nel più breve tempo possibile. Abbiamo bisogno di vedere il primo metro di quella che per Argenta, Ferrara, Ravenna è un’infrastruttura da troppo tempo necessaria, per la sicurezza, per lo sviluppo e il benessere della nostra comunità».