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Rapina con ostaggi a Ferrara: la banda davanti al giudice

Alessandra Mura
Rapina con ostaggi a Ferrara: la banda davanti al giudice

Giovedì 12 settembre l’abbreviato per il colpo alla Banca Centro Emilia di via Porta Romana. Sei persone vennero legate e tenute sotto sequestro, oltre 300mila euro il bottino

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Ferrara Resa dei conti in tribunale per i quattro accusati della rapina con sequestro di persone avvenuta il 12 settembre 2022 ai danni della filiale della Banca Centro Emilia di via Porta Romana. Dopo la cattura in due tempi della banda - tre arrestati un anno fa, il quarto preso ad aprile - si terrà domani mattina davanti al Gup il processo con rito abbreviato che metterà il primo sigillo giudiziario a una vicenda che all’epoca fece scalpore per la spregiudicatezza e le modalità con cui il colpo venne messo a segno. Oltre che per l’entità del bottino: 60mila euro in contanti e 250mila euro di preziosi. Gli imputati, tutti originari di Palermo e di età compresa tra i 42 e i 54 anni, sono ritenuti dagli inquirenti professionisti del crimine, che dalla Sicilia raggiungevano le mete prescelte per colpire e poi rientrare dalle “trasferte” con ricchi bottini. Tre di loro si trovavano già in carcere per altri reati (a Bologna, Palermo e Trapani) quando venne spiccata l’ordinanza di custodia al termine delle indagini dei carabinieri di Ferrara, il quarto venne arrestato a Milano proprio nel corso di una rapina.

Anche il colpo ferrarese venne pianificato con cura. Come hanno appurato le indagini dei carabinieri di Ferrara coordinate dal sostituto procuratore Ciro Alberto Savino, alcuni giorni prima delle rapina uno dei complici aveva compiuto accurati sopralluoghi dentro la banca, girando video con il cellulare. Le telecamere interne avevano immortalato uno strano cliente che impugnava il telefonino in modo verticale, tenendolo di fronte al proprio petto e appoggiato a un giornale, come se stesse appunto realizzando una ripresa di nascosto. La banda era poi entrata in azione la mattina di lunedì 12 settembre, poco prima dell’apertura. Al suo arrivo la direttrice rimase sorpresa sentendo scattare l’allarme, immaginando però un guasto all’impianto. I malviventi invece si stavano introducendo nell’istituto di credito dopo aver abbattuto l’inferriata del bagno. La direttrice venne aggredita e immobilizzata da tre malviventi con il volto travisato, di cui uno armato di pistola. La donna venne accerchiata e privata del cellulare. Poi, per avere campo libero, i rapinatori aspettarono al varco tutti coloro che entrarono successivamente nella banca: due dipendenti e tre clienti, tra cui una donna in stato di gravidanza. Vennero legati, imbavagliati e rinchiusi in una stanza. Così, mentre uno dei complici sorvegliava l’ingresso pronto a neutralizzare altri eventuali visitatori, gli altri mettevano a punto la razzia, portando via denaro per 60mila euro e preziosi per 250mila euro. Poi scapparono raggiungendo l’auto su cui li attendeva il quarto componente della banda. Attorno alle 10 altri due ignari clienti entrarono nella filiale, trovandola misteriosamente vuota, e diedero l’allarme permettendo di liberare i sei malcapitati (la direttrice, due dipendenti e tre correntisti) tenuti sotto chiave.

Le successive indagini, durate un anno, furono difficili e complesse. I carabinieri di Ferrara passarono al setaccio i filmati girati dall’impianto di sorveglianza interno ed esterno all’istituto di credito, e passo dopo passo riuscirono a dare un nome e un volto a tutti e quattro i componenti della banda. Il cerchio si strinse a fine settembre di un anno fa, quando gli elementi raccolti convinsero il Gip a emettere quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico dei quattro palermitani. A tre di loro il provvedimento venne notificato in carcere, perché nel frattempo erano finiti dentro per altri reati; il quarto invece risultava irreperibile. Venne rintracciato e arrestato alcuni mesi dopo sul campo, mentre con altri complici compiva una rapina a Milano.