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Storia drammatica

Ferrara, testimonianza shock: «Mi disse che lui non voleva il figlio e che tentò di investirla con l’auto»

Ferrara, testimonianza shock: «Mi disse che lui non voleva il figlio e che tentò di investirla con l’auto»

E' successo durante un processo per maltrattamenti e lesioni

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Ferrara Una violenza inaudita, senza timore alcuno di provocare dei danni seri, come pure sono stati provocati. Un senso di potenza, dominio, possesso a cui solo un ordine di allontanamento da parte del giudice ha posto fine. Non prima di due denti rotti, di un taglio in testa suturato con dieci punti, di un naso rotto, di un dito schiacciato, di un labbro tagliato, di lividi vari. Non prima di violenze che si sono dirette perfino verso una terza donna, rea di aver suggerito alla sua compagna di lasciare quell’uomo violento che non faceva altro che farle del male e farla soffrire. Non prima, si è sentito anche questo ieri mattina in tribunale, di un tentativo di investimento con l’auto per fare in modo che non nascesse un bambino.

La storia, nei suoi tratti salienti così come emergevano dalle carte giudiziarie, l’avevamo raccontata su questo giornale in un giorno simbolico, l’8 marzo di quest’anno. Ieri si è aperta l’istruttoria processuale con i primi testimoni sentiti dal collegio (presidente Piera Tassoni, giudici a latere Marco Peraro e Rosalba Cornacchia) che dovrà giudicare un uomo italiano di 44 anni, accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni pluriaggravate, dal 2019 fino al 2023.

Oltre ai carabinieri che hanno effettuato interventi e indagini e il medico di base della donna, parte civile assistita dall’avvocato Giampaolo Remondi, è stata sentita una ex vicina di casa della coppia, testimone delle violenze e suo malgrado vittima.

«Vedevo quando lui le dava qualche sberla perché lei lo provocava (in realtà è emerso che erano delle frasi ingiuriose pronunciate durante i litigi, più che vere provocazioni, ndr). Veniva a chiedermi aiuto, se le tenevo i bambini perché doveva andare in ospedale. Quattro volte è successo», ha raccontato la donna rispondendo alla pm Barbara Cavallo. «La prima volta era l'una e mezzo di notte, aveva il naso rotto ed era piena di sangue. Mi ha detto: “Per favore vieni a casa a tenere i bambini perché vado all'ospedale”». Avevano litigato al telefono, lui era tornato come una furia a casa e le aveva dato «un calcio al viso mentre lei era distesa sul divano».

A marzo del 2023 è stata la testimone a subire: «Mi ha picchiata perché avevo dato il consiglio alla signora di non andare insieme a lui. Mi ha detto “smettila di parlare male di me, ho sentito tutto”. Mi ha dato una sberla nella testa e un pugno nella schiena. Ho chiamato i carabinieri, sono andata all’ospedale. Dopo avevo paura di andare fuori dal cancello, avevo paura di trovarmelo davanti», ha raccontato, ancora visibilmente scossa.

Un’altra mattina altra richiesta di aiuto della ex compagna dell’imputato. «Aveva male alla testa, aveva una ferita ed è tornata con dieci punti». Circostanza, questa, confermata dal medico di base al quale si rivolse poi per le medicazioni. Anche un litigio per gelosia nato dall’arrivo di un pacchetto a casa, con lei che lo accusava di avere un’amante, terminò male: «Le ha dato delle sberle e se n'è andato via col socio di lavoro». Un’altra volta «mi ha fatto vedere che lui le aveva dato un pugno e aveva perso due denti davanti». Poi una rivelazione agghiacciante: «Quando lei era incinta del suo secondo bambino, il primo con lui, lui diceva che non lo voleva, che voleva che abortisse, e lei mi ha detto che una volta aveva provato a prenderla sotto con la macchina».

Si ritorna in aula il 12 dicembre. l

Daniele Oppo

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