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Ferrara, alla famiglia in gazebo le chiavi di una casa dell’Acer

Ferrara, alla famiglia in gazebo le chiavi di una casa dell’Acer

Il nucleo che vive al Sant’Anna si sposterà a Formignana: «Bene, non staremo al freddo»

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Ferrara La soluzione per il caso clamoroso della famiglia che vive da mesi all’interno di un gazebo davanti ad uno degli ingressi dell’ospedale Sant’Anna arriva grazie ad una proposta dell’Acer formulata un paio di giorni fa e accettata dai futuri locatari. L’accordo consentirà alla signora Giuseppina e ai due figli di entrare in un’abitazione gestita dall’Azienda Casa, a Formignana. Il nucleo potrà quindi lasciare, almeno temporaneamente, la struttura che era stata allestita per filtrare gli ingressi durante l’emergenza Covid e che dalla scorsa primavera ospita le cose utilizzate dalla famiglia per le proprie necessità quotidiane. L’ingresso nell’immobile dell’Acer dovrebbe avvenire entro l’1 ottobre, forse già alla fine della prossima settimana.

Attualmente l’appartamento non può essere abitato perché manca ancora una parte del mobilio che però dovrebbe essere consegnato nei prossimi giorni. Nel frattempo si lavora per rendere fruibili servizi ed elettrodomestici. Sempre a breve è programmato lo smontaggio delle due tende allestite all’esterno dell’ingresso-ambulatori che in questi mesi hanno dato dimora ai tre componenti della famiglia, oggi senza residenza. Con l’alloggio assegnato nella propria disponibilità e con le chiavi in mano la signora potrà chiedere la residenza nel Comune di Tresignana, un passo che dovrebbe essere compiuto la prossima settimana. L’abitazione si trova un po’ fuori dal centro abitato ma in un luogo servito dai mezzi pubblici (anche per raggiungere Ferrara); la famiglia pagherà ad Acer un canone mensile di affitto.

«Dopo questo atto potrò chiedere la pensione di reversibilità, una domanda che sono impossibilitata a compiere oggi perché non ho la residenza né a Ferrara né in un altro comune della provincia o fuori da questa provincia», racconta Giuseppina. La soluzione prospettata l’altro ieri garantisce alla famiglia un riparo con l’autunno ormai alle porte.

«In effetti comincia a fare freddo – prosegue la donna – grazie agli ultimi sviluppi potremo affrontare i prossimi mesi in modo più sereno. Almeno l’inverno lo passeremo dentro una casa, perché passare la stagione fredda fuori significa rischiare la salute. Penso che questo non dovrebbe succedere a nessuno».

Dallo scorso marzo, mesi complicati anche dalle condizioni climatiche (dal freddo al caldo equatoriale di questa estate), i tre componenti del nucleo familiare hanno di fatto stabilito un domicilio non autorizzato all’interno di uno dei due gazebo montati per i flussi Covid durante il periodo di pandemia. La famiglia proveniva dal Mantovano e per un periodo di tempo ha abitato nel Ferrarese, ai Lidi. Il marito della donna era stato ricoverato al Sant’Anna dopo un malore ed era deceduto il 5 aprile scorso. I tre non hanno una residenza, come ha più volte spiegato la signora. La famiglia ha utilizzato un “appoggio” di fortuna e non si è più spostata dall’area dell’ospedale. In questi mesi ha potuto contare sul sostegno di due associazioni di volontariato: “Un tetto di cuori” e “Avvocati di strada”. Nonostante le ripetute richieste di ottenere una residenza fittizia a Ferrara, possibilità prevista dalla normativa e sostenuta dall’associazione Avvocati di strada con ripetute richieste al Comune capoluogo, tutto è rimasto fermo fino a quando la storia è diventata di dominio pubblico. 

Gi.Ca.