Ferrara, picchiata e presa a sputi da ex poliziotto
L’uomo a processo, la donna costituita parte civile racconterà l’orrore in aula
Ferrara Una serie di ripetute violenze, tra botte e umiliazioni. È l’inferno subito da una donna per mano dell’ex compagno, un 57enne con un lontano passato nella polizia e già condannato per associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita e lesioni personali.
L’uomo, assistito dall’avvocato Enrico Sisini, è ora a processo per maltrattamenti, ieri in tribunale la donna si è costituita parte civile con l’avvocata Stefania Guglielmi e sarà ascoltata alla prossima udienza fissata per il 17 dicembre. Davanti al giudice ripercorrerà gli abusi patiti nel corso del 2022, e poi ancora nel gennaio di quest’anno quando a seguito della denuncia all’uomo venne applicato il braccialetto elettronico.
La misura è stata revocata un mese fa, a restare nero su bianco sono però le gravi accuse contenute nel capo di imputazione, e che descrivono un rapporto fatto di sopraffazioni, litigi, atteggiamenti aggressivi, schiaffi e calci anche davanti a testimoni, controllo ossessivo spiando il cellulare, offese e mortificazioni.
I primi episodi risalgono al febbraio di due anni fa. In un’occasione il 57enne aveva preso la compagna a sberle, le aveva sputato in faccia e l’aveva colpita con calci alle gambe, finendo con chiuderla sul balcone di casa dopo averle portato via il telefonino. Poi aveva finito di sfogare la sua rabbia su alcune suppellettili della casa, spaccando tutto. La vittime ne era uscita con 5 giorni di prognosi e l’anima a pezzi, ma pochi giorni più tardi l’uomo era tornato a ingiuriarla e a minacciarla di farle del male, e in seguito erano volati altri schiaffi.
A ottobre l’asticella della violenza era ulteriormente salita: un pugno all’occhio e calci alle gambe che le avevano procurato lesioni guaribili in sette giorni, e ancora a novembre un nuova aggressione durante la quale il 57enne le aveva torto il pollice causando un trauma guaribile in 15 giorni. Dopo quasi un anno di tregua, a gennaio di quest’anno l’incubo era ripreso; la donna era stata presa a insulti per ore finché, sfinita, si era rifugiata in bagno. Dopo la denuncia l’uomo era stato sottoposto alla misura del braccialetto elettronico, mentre gli elementi raccolti a sua carico ne hanno determinato il rinvio a giudizio. Ieri l’apertura del processo.
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