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Ferrara, furti a raffica nelle case: scelgono l’abbreviato

Daniele Oppo
Ferrara, furti a raffica nelle case: scelgono l’abbreviato

Rubavano le chiavi dalle auto nei parcheggi e sbirciavano il libretto per avere l’indirizzo

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Ferrara Hanno scelto il rito abbreviato i due uomini arrestati a fine marzo con l’accusa di aver compiuto una lunga serie di furti in abitazione, 15 in tutto, nei primi mesi del 2023.

Ieri la difesa – sostenuta dall’avvocato Alessandro Compagno – ha annunciato la scelta del giudizio con il rito alternativo alla giudice dell’udienza preliminare Alessandra Martinelli, che ha rinviato a ottobre. Una coppia che ha subito uno dei furti si è costituita parte civile tramite l’avvocato Massimo Bissi.

La maggior parte dei colpi è attribuita a uno dei due imputati, mentre l’altro è accusato di aver partecipato solo a due furti. A rendere particolare la loro posizione non è solo la quantità di colpi messi a segno, ma anche, se non soprattutto, la tecnica utilizzata: individuare un’auto in sosta nel parcheggio di un supermercato, un centro ricreativo, un ospedale o un ristorante; controllare con una semplice sbirciatina che il proprietario avesse lasciato a bordo le chiavi di casa; forzare la portiera, controllare sul libretto di circolazione l’indirizzo del malcapitato e, chiavi in mano, andare diritto a rubare a casa sua portando via oggetti preziosi, orologi e denaro. Con questo metodo, nei primi mesi dell’anno scorso, l’uomo – 36enne, ancora in custodia cautelare in carcere – (con il suo complice in due occasioni) aveva scassinato quindici vetture e depredato altrettante abitazioni sottraendo beni per diverse migliaia di euro e divenendo un vero e proprio incubo. Prima dell’arresto del marzo scorso, l’uomo era già stato individuato e arrestato dalla Squadra mobile di Ferrara proprio un anno prima, nel periodo della raffica di furti, che lo aveva colto in flagranza e aveva scoperto così la tecnica utilizzata per mettere a segno quel colpo e altri che erano stati denunciati. L’arresto in flagranza era scattato il 15 febbraio del 2023: l’uomo era stato visto dagli investigatori della Mobile armeggiare attorno a un’auto nel parcheggio della Coop “Il Doro” e poi ripartire di gran carriera. I poliziotti lo avevano seguito e bloccato mentre usciva dalla casa svaligiata con la refurtiva. Allora era stato condannato per direttissima a 2 anni e 10 mesi e messo ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Era solo l’inizio, un punto fermissimo di un’indagine che, analizzando anche tabulati telefonici, visionando le immagini delle telecamere di videosorveglianza, raccogliendo le testimonianze delle vittime e mettendo in campo attività di osservazione e pedinamento ha permesso di ricostruire altri 14 furti fotocopia, documentare, in due casi, il concorso di un complice. Nel telefono del 36enne, peraltro, erano presenti anche immagini e video che lo ritraevano mentre mostrava alcuni oggetti rubati, in alcuni casi mostrandosi anche orgoglioso di essere riuscito ad accaparrarsi alcuni giochi per la figlia, esibendo uno zainetto pieno di videogiochi e altri dispositivi elettronici. Sempre il telefono ha portato gli inquirenti anche sulle tracce di un terzo complice che avrebbe avuto il compito di piazzare la merce rubata e che venne denunciato per ricettazione.