Ferrara, il liceo Carducci fa all’anglosassone. Ma non chiamateli container
Viaggio negli otto moduli mobili, dove le classi si alternano per le lezioni
Ferrara Otto aule, da 22 e 24 studenti, dotate di due pompe di calore per condizionare l’ambiente in base alle stagioni. Ampie finestre per illuminare le aule, gli attaccapanni e la lavagna elettronica per fare anche di questi nuovi spazi “ambienti di apprendimento attivi” come prevede il modello didattico anglosassone detto “Dada”. L’organizzazione della scuola che prevede che anche gli alunni, come si vede nei film, cambino la classe ad ogni nuova lezione.
Il nuovo anno scolastico al liceo “Carducci” comincia così, con l’arrivo di quelli che in molti definiscono “container” ma che container non sono. Perché, nel piazzale che si trova a ridosso dell’immobile che già ospita trenta classi delle scuole “Carducci”, quest’anno, per affrontare il boom di iscrizioni, l’amministrazione provinciale, che ha competenza in materia di edilizia scolastica, in accordo con l’Ufficio scolastico del territorio (l’ex Provveditorato, ndr) hanno deciso di adottare questa soluzione a fronte dell’emergenza iscritti. «Sono 65 le classi che sono presenti alle Carducci – spiega la dirigente scolastica Lia Bazzanini-. Trenta sono nell’immobile, altre 18 sono ospitate nella succursale del “Dosso Dossi”. Si aggiungono altre sette aule in Cisterna del Follo e dunque abbiamo dovuto aggiungere anche le otto nuove aule dei moduli». Oltre al boom di iscrizioni, si deve sommare il fatto che negli altri plessi la possibilità di ospitare le nuove classi delle “Carducci” si sono ridotte al minimo. Perché si stanno svolgendo i lavori di messa in sicurezza sismica e di adeguamento in molti altri istituti. Lavori che sono finanziati con i fondi del Pnrr. E siccome «i fondi europei devono essere utilizzati entro e non oltre il prossimo anno, perché poi nel 2026 dovranno essere rendicontati, serve eseguire con una certa celerità i lavori», disse giorni fa il presidente della Provincia, Michele Padovani, in occasione di un incontro con la stampa. L’arrivo dei moduli infatti è stato deciso «nel momento in cui non ha avuto seguito il piano di utilizzare otto aule al “Bachelet “ di via Azzo Novello e altre otto al “Roiti” che ancora è, per una parte dell’immobile, interessato da un cantiere», precisa la preside. E così, a rotazione, secondo il modello Dada «che nell’Europa del Nord è molto diffuso», aggiunge la dirigente scolastica, i ragazzi cambiano aula in base al cambio di ora e di lezione. E alle Carducci la rotazione avviene in base a quando le classi sono in palestra, per la lezione di educazione fisica. «Gli alunni, trovandosi in palestra, lasciano libera l’aula che così è a disposizione delle classi che devono fare altre lezioni».
«Speriamo che non duri troppo tempo questa situazione» si augura Jacopo, uno degli studenti che già fa lezione nei moduli. Gli alunni, tuttavia, sono soddisfatti delle nuove aule «perché ci sembrano meglio di quello che pensavamo», dichiarano dopo aver chiesto un loro parere. «Speriamo che i lavori finiscano entro l’estate del 2025 – dice ancora la preside - perché altrimenti sarebbe complicato spostare i ragazzi ad anno scolastico iniziato». La numero uno delle “Carducci”, inoltre, fa presente che «questa situazione non è nuova per la scuola ma esiste da diversi anni».
Le ragioni? Sono diverse e le spiega la stessa preside: «Abbiamo offerte formative particolari – puntualizza-. Siamo l’unico liceo delle Scienze umane della città, il corso di lingua prevede anche quello in cinese e poi abbiamo il liceo Economico-sociale». Una scuola superiore dunque “appetibile” che attira ogni anno nuove iscritti, tanto che «ci è dispiaciuto non riuscire a soddisfare tutte le richieste dei ragazzi e che abbiamo dovuto indirizzare ad altri percorsi».