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Sala slot multata a Cento, la sanzione sale a 36mila euro

Alessandra Mura
Sala slot multata a Cento, la sanzione sale a 36mila euro

L’esercente rifiuta di pagare 15mila euro, il caso ora in Appello

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Cento È iniziata con una sanzione amministrativa da 15mila euro, poi lievitati a 36mila per il mancato pagamento, ed è proseguita con un ricorso, una sospensiva, la successiva conferma della sanzione e di nuovo un ricorso in Appello. Sta cominciando ad assomigliare a una storia infinita, il braccio di ferro che vede contrapposti da un lato il Comune di Cento e dall’altra una sala slot del territorio municipale.

L’ispezione

Tutto era partito nel febbraio dell’anno scorso, con un’ispezione da parte della Polizia locale finalizzata a verificare il rispetto della Legge regionale contro il gioco di azzardo patologico. Legge che tra l’altro ha introdotto il divieto di esercitare tale attività entro un raggio di 500 metri da una serie di luoghi sensibili, ovvero gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, i luoghi di culto, gli impianti sportivi, le strutture residenziali o semiresidenziali sanitarie o sociosanitarie, le strutture ricettive per categorie protette, i luoghi di aggregazione giovanile e gli oratori.

Gli agenti locali avevano riscontrato il mancato rispetto delle prescrizioni, e per il gestore dell’esercizio era scattata una maxi sanzione da 15mila euro. Ritenendo di non essere nel torto, l’esercente non aveva però sborsato un euro presentando memorie difensive a sostegno delle sue ragioni. Trascorsi i termini per il pagamento, il Comune era passato al contrattacco e, soppesando da un lato le motivazioni dell’esercente, e dall’altro le controdeduzioni della Polizia locale centese e della Questura di Ferrara, aveva emesso un’Ordinanza di ingiunzione di pagamento della contravvenzione, aumentata ora a 36mila euro per la “morosità”.

Il ricorso

Questo succedeva nell’aprile del 2023. Nel maggio successivo, nuovo cambiamento di fronte. L’esercente fa ricorso, e ottiene dal Tribunale ordinario di Ferrara una sospensiva chiedendo la revoca dell’ingiunzione. Il Comune da parte sua non si è arreso, e a gennaio di quest’anno ha incaricato un legale per opporsi al ricorso. Il capitolo successivo lo ha scritto il Tribunale di Ferrara, che a inizio maggio ha dato ragione al Comune e confermato come legittima l’Ordinanza di ingiunzione e condannato l’esercente a risarcire il Comune di quasi 5.900 euro di spese di lite. La partita però non è finita, perché il combattivo titolare ha deciso di fare ricorso alla Corte d’Appello di Bologna, che ha già fissato l’udienza per l’8 novembre. Sentenza che forse - ma forse no - metterà la parola fine a questo lungo contenzioso.