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Il caso

A Gualdo vietata in chiesa la musica dell’organista morto a 22 anni

Davide Bonesi
A Gualdo vietata in chiesa la musica dell’organista morto a 22 anni

L’ira dello zio di Francesco: «Negato il desiderio della madre». La replica del parroco: «Non si possono fare differenze tra i defunti»

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Gualdo Erano in tanti venerdì pomeriggio nella chiesa di Gualdo a dare l’ultimo saluto a Francesco Bigoni, il ragazzo di appena 22 trovato senza vita alcuni giorni prima. Francesco era organista e pianista, amava molto la musica e spesso in quella chiesa aveva suonato nelle funzioni religiose. Chiesa che era incapace di ospitare le tante persone, soprattutto amici, venute per stringersi a mamma Riccarda e papà Luca. La famiglia, attraverso lo zio Edoardo (fratello della mamma), ha ringraziato per la vicinanza attraverso un post sui social: “Il vuoto che lascia non sarà mai colmato nella nostra famiglia...ma non ho mai visto una folla simile e questo significa che siamo circondati da persone di gran cuore nella nostra comunità. La vostra vicinanza in un momento simile testimonia quanto questo nostro ragazzo abbia lasciato nel suo breve cammino”.

Lo zio, però, ha criticato la decisione di non poter suonare in chiesa la musica del 22enne: «Mia sorella, mamma di Francesco, aveva un desiderio, che nel dolore indescrivibile in qualche modo le avrebbe dato sollievo: avrebbe voluto salutare suo figlio alla fine della funzione religiosa con le note di un pezzo suonato da Francesco all'interno della chiesa, con tutti noi e voi riuniti, nella nostra chiesa, luogo in cui Francesco ha suonato per tutta la vita e mai ha negato a nessuno la sua musica. Questo desiderio le è stato negato, la musica di Francesco ritenuta non adatta a un luogo sacro. Mia sorella disperata al telefono a supplicare per questa concessione si è sentita dire no da chi rappresenta la chiesa in questa comunità. Questa è la sensibilità e l'empatia di persone che rappresentano Dio e testimoniano la sua parola, persone che dovrebbero avvicinare la gente alla chiesa, gente arida... incapace di un gesto di cuore e di umanità anche davanti a una madre che ha perso il figlio. La canzone blasfema e indegna di Francesco è stata suonata fuori dalla porta, la porta che mio nipote ha varcato più spesso di loro”.

Post che ovviamente ha sollevato molte critiche per l’accaduto, anche se qualche fedele ha ricordato come in ogni caso ci siano delle regole, che vanno fatte rispettare sempre.

Questo è anche il pensiero di don Paolo Galeazzi, che ha salutato la comunità voghierese due settimane fa, sostituito da don Giuliano Scotton. Ma don Paolo, don Giuliano e altri tre parroci hanno celebrato la funzione di venerdì. «Ci siamo dovuti attenere a una regola che vale per tutti i defunti - ci spiega don Paolo -, non possiamo fare distinzioni fra un defunto e l’altro. Il brano richiesto è stato eseguito al termine della messa con la cassa amplificata davanti alla chiesa, ed è stato un bene, perché molta gente non è riuscita a entrare e almeno ha potuto sentire la musica di Francesco. In chiesa si potevano fare anche più brani suonati da Francesco, ma liturgici e gli altri fuori. Non siamo purtroppo riusciti a trovare un accordo, pareva che venisse richiesta solo quella musica, ma in chiesa non è possibile. Cosa dovrei dire ai defunti passati che hanno ricevuto la stessa risposta? Io stesso ho parlato con lo zio, forse non ci siamo capiti oppure ho sottovalutato questa situazione, ma la regola è una e non ci possono essere differenze tra i defunti. È successa l’identica cosa anche tre giorni prima a Gambulaga (per il funerale di Raffaele “Toni” Orlandi, collezionista di presepi; ndr). I presenti sono rimasti fuori a sentire le canzoni richieste dai familiari. Sono dispiaciuto di questa vicenda, anche perché ero molto amico di Francesco, c’era un legame personale». l