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La tragedia

Portomaggiore, bimbo morì cadendo in un pozzetto: patteggiano le nonne

Daniele Oppo
BAMBINO CADUTO IN FOSSA PORTOMAGGIORE
BAMBINO CADUTO IN FOSSA PORTOMAGGIORE

Nonostante i soccorsi per il piccolo Tommaso non ci fu nulla da fare

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Portomaggiore Aveva già patteggiato la bisnonna, con conversione in pena pecuniaria. Lo farà anche la nonna del piccolo Tommaso Tosi, il bambino di 13 mesi deceduto alle 9 del mattino del 1º giugno di due anni fa all’ospedale Sant’Anna di Cona, il giorno dopo essere caduto in una vasca biologica nel cortile della casa (ed ex azienda) della nonna.

Per la donna il procedimento giudiziario dovrebbe concludersi il 23 gennaio dell’anno prossimo, data alla quale è stata rinviata l’udienza per formalizzare il patteggiamento della pena concordata tra difesa e Procura di Ferrara da parte del giudice dell’udienza preliminare Danilo Russo.

Le due donne erano state indagate e poi imputate dalla Procura estense per non aver sorvegliato adeguatamente il bambino e per la mancata chiusura in sicurezza del pozzetto, che ha costituto un pericolo purtroppo concretizzatosi nel modo più tragico e doloroso possibile.

L’incidente si verificò verso le 17 del 31 maggio, nel cortile di via Donatori di sangue. Il bimbo era con la madre in visita ai nonni e a un certo punto si allontanò dallo squadro degli adulti, i quali lo persero di vista per un tempo sufficiente a farlo arrivare in prossimità del pozzetto delle acque reflue, coperto da un tappo di plastica probabilmente non adatto allo scopo e che cedette, facendolo cadere. Rimase lì, immerso nei liquami, per troppo tempo, forse alcuni minuti.

Fu la madre a trovarlo e a tirarlo fuori, facendosi male a sua volta, ma così mantenendo accesa la fiamma della speranza. Ad alimentarla furono poi i sanitari dell’ospedale di Cona, dove il bambino venne trasportato in estrema urgenza con l’eliambulanza, che riuscirono a liberargli i polmoni e a fargli passare la notte. Ma al mattino successivo, purtroppo, Tommaso smise di respirare mentre si trovava nel reparto di Terapia intensiva neonatale.

Una tragedia enorme per la famiglia intera, già condannata all’inevitabile dolore che non può avere paragoni con quel di più che costituisce l’esito di procedimento giudiziario che appare un peso ulteriore, seppure necessario e inderogabile.

La morte del piccolo Tommaso fu sconvolgente per tutti - se ne occuparono anche le cronache nazionali -, ma soprattutto per la comunità di Portomaggiore.

In occasione dei funerali del bambino, celebrati in forma strettamente privata per volontà della famiglia, e a distanza di quasi due settimane perché ci fu la necessità di eseguire l’autopsia sulla salma, il sindaco di Portomaggiore, Dario Bernardi, aveva proclamato il lutto cittadino, con le bandiere del Comune listate a lutto e l’osservanza di un minuto di silenzio in tutti gli uffici e le attività del territorio alle 10, quando le campane della chiesa suonarono a lutto.