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Goro, un imprenditore turco pensa di esportare il granchio blu negli Stati Uniti

Stefania Andreotti
Goro, un imprenditore turco pensa di esportare il granchio blu negli Stati Uniti

Lo scorso mese c’è stata la missione esplorativa in Turchia da parte dei consorzi Copego e Conuno. Ora il potenziale investitore è atteso in Italia e c’è l’idea di costruire una fabbrica: operazione da 35 milioni di euro e 400 posti

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Goro «Il mese scorso siamo stati in Turchia per incontrare un importante imprenditore italo-turco, con grandi possibilità economiche e consolidati rapporti internazionali, per discutere con lui un progetto che potrebbe coinvolgere anche la costa ferrarese nell’esportazione del granchio blu». L’annuncio lo ha fatto ieri Fausto Gianella, presidente della cooperativa di pescatori La Vela di Goro, a margine della conferenza stampa dove è stata annunciata la sua candidatura alle prossime elezioni regionali nella lista ferrarese di Fratelli d’Italia. «Con me in questo viaggio c’erano Thomas Turolla e Massimo Genari, presidente e direttore generale del Consorzio Pescatori di Goro, e il Conuno, il Consorzio per la gestione della produzione e della raccolta del novellame nella Sacca di Goro. La trasferta, che ci ha portato in diverse zone della Turchia, è frutto dell’incessante ricerca di alternative per gestire questa presenza invasiva che ci sta imponendo di cambiare l’oggetto della nostra produzione. Io stesso con la mia cooperativa ho aperto un laboratorio per vendere il granchio blu in tutto il mondo, ottenendo buoni risultati. Ora dobbiamo estenderli a tutto il territorio perché io ragiono in ottica collettiva, a 60 anni non ho più bisogno di fare le cose solo per me, sono già a posto così. Quindi spero di riuscire in questa impresa».

Il 21 ottobre l’imprenditore, di cui ancora non è stato reso noto il nome, sarà a Goro per una visita di conoscenza di alcuni giorni, durante la quale incontrerà la sindaca Maria Bugnoli, il senatore Alberto Balboni e la deputata Cristina Almici, sempre di Fratelli d’Italia, oltre alle rappresentanze dei pescatori che si stanno confrontando con i danni causati alla mitilicoltura dall’invasione del granchio blu. L’idea in discussione è la costruzione a Goro di una fabbrica con una catena del freddo, per poter esportare il granchio blu negli Stati Uniti, dove la specie non si può pescare, perché protetta a causa del rischio di estinzione. «L’imprenditore con cui siamo in contatto – ha spiegato Gianella – ha delle grosse aziende già presenti su mercato americano per commercializzare il granchio blu, ed in particolare il granchio molle. Con questa attività si presume di dare occupazione ad una buona parte del Basso ferrarese, perché stiamo parlando di un’azienda che per iniziare ha bisogno di 400 persone. Nei tre giorni in cui starà qui inizierà a valutare i permessi necessari e i terreni, perché si tratterà di una grande struttura per un investimento di 35 milioni di euro, quindi grandissimo e importantissimo che noi puntiamo a rendere concreto, perché con i numeri che lui ci ha prospettato, potremmo pescare il granchio blu giorno e notte e ci sarebbe la possibilità di venderlo tutto. Quindi, ora potremmo avere la possibilità di coprire un segmento che è stato svuotato di prodotto dalle condizioni naturali, una straordinaria occasione».