Ferrara e il pregiudizio sugli stranieri: «Fermati più volte al giorno»
Il report sulla profilazione razziale parte dai testimoni ferraresi
Ferrara La Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (Ecri), un organismo del Consiglio d'Europa, ha pubblicato martedì un rapporto in cui rileva che in Italia ci sono "numerosi resoconti di profilazione razziale da parte delle forze dell'ordine, che prendono di mira in particolar modo i Rom e le persone di origine africana". Secondo il rapporto, l'Italia dovrebbe in particolare adottare un piano d'azione nazionale contro il razzismo, organizzare una campagna di sensibilizzazione volta a promuovere l'uguaglianza, la diversità e il dialogo interculturale e interreligioso e adottare ulteriori misure per combattere l'incitamento all'odio da parte di personaggi pubblici.
Su questi temi a Ferrara da anni si batte l’associazione Cittadini del Mondo, che ha dato un ampio e fondamentale contributo nel denunciare abusi e ingiustizie a discapito degli stranieri che vivono nelle nostre comunità. E proprio il Progetto Yaya, sulla profilazione etnica e razziale in Italia, che l’associazione ha realizzato in collaborazione con il Coordinamento per Yaya, Occhioaimedia e l’Università Goldsmiths di Londra, ha permesso nel 2023 di raccogliere una trentina di testimonianze che sono alla base dei successivi report delle Nazioni Unite, fino ad arrivare a quello dell’Ecri oggi tanto dibattuto per le sue significative rilevazioni. «Anche se le storie sono totalmente anonime, è stato difficile ottenerle: spesso chi è fermato in mezzo alla strada si vergogna, teme di passare per un delinquente e teme soprattutto ritorsioni», dicono dall’associazione. «Stavo correndo perché ero in ritardo al lavoro – è il racconto di un cittadino italiano di origine africana – e ad un certo punto mi sono accorto che due poliziotti in divisa mi correvano dietro. Mi sono fermato per chiedere perché mi stessero inseguendo, e mi hanno detto che stavo fuggendo, ma non era vero, andavo solo di fretta. Alla fine hanno capito e mi hanno lasciato andare, ma sono arrivato tardi al lavoro. A volte mi succede anche più volte al giorno». «Ero sceso a gettare la spazzatura sotto casa – riferisce un’altra testimonianza – ho sentito la sgommata di un’auto, mi sono voltato spaventato e ho visto un’auto dei carabinieri venirmi incontro, mi hanno controllato e perquisito. Poi se ne sono andati. Dopo quest'esperienza ho capito che devo sempre portare con me permesso e documenti, anche quando vado a buttare il pattume».
«La profilazione razziale o etnica – riporta l’associazione ferrarese Cittadini del Mondo – è stata definita dal Consiglio d’Europa come “l’uso da parte delle forze dell’ordine, senza alcuna giustificazione oggettiva e ragionevole, di pregiudizi fondati sulla razza, il colore della pelle, la lingua, la religione, la nazionalità o l’origine nazionale o etnica quando procedono a operazioni di controllo, sorveglianza o indagine". Esiste anche in Italia: basta andare in una qualsiasi stazione ferroviaria per vedere come i poliziotti o carabinieri fermano principalmente ragazzi neri. Basta leggere la stampa locale di una qualsiasi città per vedere quante volte i ragazzi “africani”, “pachistani”, “romeni” o “probabilmente nordafricani” siano fermati e perquisiti. Ma nella vasta maggioranza dei casi queste persone, principalmente ragazzi ma anche ragazze, sono innocenti. Sanno che sono stati fermati semplicemente perché sono diversi, perché sono di una minoranza, e vivono l’episodio come atto discriminatorio».