Caso Sgarbi, per la Procura il quadro è rubato. Il critico: «Fiducia nei giudici»
L’esperto d’arte è indagato per riciclaggio di beni culturali, contraffazione di opere d'arte e autoriciclaggio di beni culturali
Ferrara Chiuse le indagini della Procura di Macerata nei confronti di Vittorio Sgarbi. Il critico ferrarese è indagato per riciclaggio di beni culturali, contraffazione di opere d'arte e autoriciclaggio di beni culturali. Le indagini del Reparto operativo dei Carabinieri Tutela patrimonio culturale, coordinati dalla Procura di Macerata, sono scattate a seguito di alcune dichiarazioni rese dall’ex restauratore bresciano della famiglia Cavallini-Sgarbi, inizialmente raccolte nell’ambito di un altro fascicolo processuale, che hanno determinato l’apertura di un nuovo versante d’indagine riguardante l’opera raffigurante "La cattura di San Pietro", attribuita al pittore senese Rutilio Manetti, ricevuta e restaurata dal libero professionista tra il 2015 e il 2016 su incarico di Vittorio Sgarbi.
Dagli accertamenti preliminari i Carabinieri Tpc ipotizzavano che il dipinto potesse corrispondere a quello censito nella "Banca Dati delle opere d’arte illecitamente sottratte", in uso al Comando Carabinieri Tpc quale provento del furto commesso da ignoti il 14 febbraio 2013 in un castello di Buriasco (Torino) ai danni di un privato cittadino. Determinante è risultato l’esito della perquisizione eseguita a carico del critico d’arte, nel corso della quale è stata trovata l’opera del Manetti e anche la copia in 3d della medesima opera, procedendo anche al sequestro della cornice, del telaio e dei frammenti di tela lasciati dagli autori del furto presso il castello di Buriasco, elementi successivamente sottoposti all’attenzione del consulente tecnico. Dagli esami l’opera restaurata, confrontata con i frammenti di dipinto, le immagini acquisite agli atti processuali e censite nella Banca Dati Tpc, sarebbe risultata essere proprio quella rubata a Buriasco, sebbene il dipinto presentasse l’aggiunta nel tratto pittorico di una torcia nella parte in alto a sinistra della tela.
«I miei difensori, il Prof. Avv. Alfonso Furgiuele e l’Avv. Giampaolo Cicconi, sono impegnati a ricostruire la realtà dei fatti oggetto delle contestazioni, che ritengo comunque infondate. Ribadisco – afferma Sgarbi – la trasparenza e la correttezza delle mie condotte. Ho quindi piena fiducia nei giudici che dovranno valutare il risultato delle indagini. Respingo infine le parziali e fuorvianti ricostruzioni di certa stampa alla quale non interessa la verità dei fatti ma accreditare come vere le ipotesi dell’accusa».