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Ferrara, migliora la burocrazia ma l’eccellenza è ancora lontana

Stefano Ciervo
Ferrara, migliora la burocrazia ma l’eccellenza è ancora lontana

La provincia estense guadagna sei posti, ora è 37esima: il “peso” su imprese e cittadini resta rilevante nonostante i progressi nel digitale

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Ferrara Migliora la burocrazia degli enti pubblici ma in ogni caso la provincia di Ferrara resta abbastanza lontana dai migliori esempi italiani in questo campo. La ricerca dell’Ufficio studi Cgia di Mestre, infatti, colloca Ferrara, intesa come intero territorio provinciale, al 37esimo posto per Iqi, l’Indice della qualità delle istituzioni pubbliche, che restituisce l’idea del costo per cittadini e imprese dell’inefficienza della burocrazia degli enti locali. Si tratta di un indicatore elaborato dall’Università di Napoli sulla base di dati riferiti a servizi pubblici, attività economica territoriale, giustizia, corruzione, livello culturale e partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.

Tutte le province migliori sono nel centro-nord, a partire da Trento che ha l’indice più alto, pari a 1; nel podio ci sono anche Trieste e Treviso, poi Gorizia, Firenze, Pordenone, Mantova, Vicenza e Parma. Ferrara è appunto all’interno dei top-40, con un indice di 0,740, ad un passo da Modena. In dieci anni, dal 2009 al 2019, la nostra provincia ha migliorato di sei gradini, ed ora sta più in alto, ad esempio, di Rimini, Rovigo e Forlì. Certo l’introduzione del digitale ha avuto evidentemente un effetto positivo, ma i miglioramenti vanno accelerati. Questo perché, come sottolinea la Cgia, dove la pubblica amministrazione è più efficiente, i territori sono più produttivi: i tempi medi di rilascio di permessi e autorizzazioni sono, in Italia, tra i più elevati a livello europeo e arrivano a costare soprattutto alle piccole e media imprese circa 80 miliardi di euro l’anno. La provincia di Trento, prima appunto nell’indice Iqi, è al 158esimo posto tra i territori Ue monitorati.