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Santa Bianca di Bondeno, trenta cani in un capannone: scoppia la rabbia animalista ma il rifugio è in regola

Alessandra Mura
Santa Bianca di Bondeno, trenta cani in un capannone: scoppia la rabbia animalista ma il rifugio è in regola

Il comandante della Polizia locale: «Non si può parlare di un canile abusivo, gli animali sono in buono stato»

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Santa Bianca Il “caso” è esploso solo ora sui social ma le istituzioni lo stanno monitorando da tempo. Da circa sei mesi nella frazione di Santa Bianca (Bondeno) è arrivato un gruppo piuttosto numeroso di nuovi ospiti. Si tratta di una trentina di cani (almeno da quanto risulta dall’ultimo accertamento) che hanno trovato dimora in un capannone acquistato appositamente da una signora che se ne occupa per darli poi in adozione. Fino a questo momento la presenza dei cani non aveva sollevato obiezioni o segnalazioni da parte dei residenti. Nessuna lamentela per l’abbaiare degli animali è pervenuta alla Polizia locale che pure già da tempo, fa sapere il comandante Stefano Ansaloni, si era attivata insieme al Servizio Veterinario dell’Ausl, ai carabinieri del nucleo Forestale e all’Oipa (Organizzazione internazionale Protezione Animali) per le opportune verifiche. Negli ultimi giorni, invece, numerosi post sui social hanno puntato il dito contro la struttura, paventando situazioni di pericolo o incuria e sollecitando un intervento da parte degli organi competenti.

«La situazione ci è nota da tempo – conferma Ansaloni - e ci risulta essere sotto controllo. I cani sono tutti chippati e intestati alla stessa proprietaria del capannone, quindi non si può parlare di “canile abusivo” come è stato definito in alcuni messaggi». Qualche tempo fa, continua il comandante, è stata compiuta un’ispezione con i veterinari del Servizio Ausl «che ha dato esito positivo, nel senso che non sono stati riscontrati maltrattamenti e i cani, allora poco meno di trenta, erano in buono stato. Per cercare di approfondire la questione ci siamo mossi lungo tre direttrici: oltre a quella igienico-veterinaria, anche quella urbanistica e quella della legittimità a tutto tondo. C’è poi il punto relativo all’eventuale disturbo della quiete pubblica, ma come dicevo a oggi non sono arrivate segnalazioni in questo senso». I cani, a quanto risulta, vengono raccolti allo scopo di darli in adozione, senza scambio di denaro. «Si tratta, potremmo dire, di una sorta di “supervolontaria” non collegata però ad associazioni che si occupano della difesa degli animali, ma che può contare su una rete di sostegni amicali che l’aiutano a occuparsi dei cani. Prima di comprare il capannone a Santa Bianca, era a Cantalupo, dove però gli spazi non erano abbastanza ampi per ospitare i cani, e si è quindi trasferita». Ma in ogni caso, assicura Ansaloni, «la situazione è tenuta sotto controllo anche attraverso incontri e aggiornamenti con l’Ausl, i carabinieri Forestali e l’Oipa. E nei prossimi giorni parlerò anche con la persona che ha scritto il primo post sulla vicenda, sempre con l’obiettivo di capire e approfondire tutti gli aspetti della questione».