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Altri guai per il Presidente di Ferrara Arte

Ferrara, sequestrata un’opera alla mostra ai Diamanti perché rubata


	Il quadro sequestrato ai Diamanti: "Compianto sul Cristo Morto" dell'Ortolano incluso nella mostra "Il Cinquecento a Ferrara"
Il quadro sequestrato ai Diamanti: "Compianto sul Cristo Morto" dell'Ortolano incluso nella mostra "Il Cinquecento a Ferrara"

Inchiesta del Fatto e di Report: il quadro trafugato a Perugia nel 1984 ora risulta di proprietà di Sgarbi: sono intervenuti i carabinieri. E spunta anche una statuetta sparita a Rovereto dalla tomba di un ventenne e ricomparsa in un’esposizione come prestito Cavallini-Sgarbi

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Ferrara Una delle opere incluse nella mostra “Il Cinquecento a Ferrara” in corso a Palazzo Diamanti è stata sequestrata dai carabinieri tre giorni prima dell’inaugurazione, perché il quadro risulta rubato. A riportare oggi (8 novembre) la notizia è “Il Fatto Quotidiano” secondo quanto emerso da un’inchiesta svolta in collaborazione con Report. Si tratta del “Compianto sul Cristo Morto” dell’Ortolano, presentata nella galleria estense come proprietà di Vittorio Sgarbi, già indagato dalla procura di Macerata per riciclaggio, autoriciclaggio e contraffazione di opere d'arte e appena riconfermato dal sindaco Alan Fabbri presidente di Ferrara Arte. Il quadro non è mai stato esposto al pubblico dei Diamanti perché, sempre secondo quanto riporta il “Fatto”, il 9 ottobre, tre giorni prima dell’apertura, è stato sequestrato dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio e ora si trova a Roma. L’opera fu rubata nel 1984 vicino a Perugia dalla casa di famiglia di Paganello Spetia, giornalista in pensione e discendente di conti locali, ma ora risulta di proprietà della Fondazione Cavallini-Sgarbi. Interpellato dal “Fatto”, il direttore della Fondazione Pietro di Natale avrebbe confermato l’intervento dei carabinieri e il sequestro dell’opera.

Ma l’inchiesta del Fatto e di Report ha portato alla luce un’altra vicenda legata al critico d’arte ferrarese: la scomparsa, nel 1997 a Rovereto dalla tomba di un giovane morto dieci anni prima in un incidente stradale, della scultura in terracotta “Madre e Figlio”, realizzata nel 1939 da un artista di Volterra, Raffaele Consortini. A distanza di 25 anni dal furto, l’opera ricomparve al museo di Rovereto nella mostra “Giotto e il Novecento” e risulta tra i prestiti che Sgarbi in qualità di collezionista privato concesse al presidente del Mart, ovvero lo stesso Sgarbi, riconfermato anche per questa carica.