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L’intervista

Elezioni Emilia Romagna, il candidato anti-sistema Luca Teodori: «Trasparenza sui vaccini»

Silvia Giatti
Elezioni Emilia Romagna, il candidato anti-sistema Luca Teodori: «Trasparenza sui vaccini»

Il quarto candidato è a capo di una lista «veramente civica» che si chiama “Lealtà, coerenza e verità”: «Siamo con la gente e per la gente. Sulla sicurezza la Destra ha fallito perché è espressione dei poteri forti»

15 novembre 2024
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Se dovesse essere eletto presidente dell’Emilia-Romagna la prima cosa che farebbe è «fare trasparenza sui vaccini e chiedere uno studio comparato sulle conseguenze che, a livello di patologie, ha avuto chi si è vaccinato rispetto a chi non lo ha fatto». Luca Teodori è il quarto candidato alle elezioni regionali che si terranno domenica e lunedì ed a capo di una lista «veramente civica a differenza delle altre», sottolinea con forza e che si chiama “Lealtà, coerenza e verità”. Teodori ha 56 anni, è nato e cresciuto a Ferrara ed è una partita Iva. Ha un passato nella Lega Nord, «quella di Miglio», tiene a ribadire e dunque precisa che «fece parte di quel partito fra il 1995 e il 1999 quando era partito di rottura». Non vuole definirsi il candidato «anti-sistema», dichiara, fatto sta che se vincesse le elezioni, dice, «farebbe dell’Emilia-Romagna quello che oggi è l’Ungheria per l’Unione Europea» anche se, precisa, «non dobbiamo essere isolati ma sovrani della nostra libertà e dunque anche liberi dai vaccini». Vede con simpatia Donald Trump e crede che i figli, in tema di politica della famiglia, nascano dall’amore fra un uomo e una donna.

Teodori, lei pensa di vincere? «Se abbiamo raccolto 5400 firme per poter essere il vero candidato civico degli Emiliano – romagnoli perché non posso pensare di farcela? Abbiamo riscontri molto positivi».

Da cosa lo capisce? «Perché la gente ha voglia di cambiare di conoscere la verità su quanto è stato fatto e detto sui vaccini».

Si spieghi meglio. «Partiamo dal nome della mia lista. Abbiamo deciso di usare tre parole. Lealtà, perché serve fare un patto serio di governo con i cittadini. Patto che sia la Sinistra che la Destra non hanno mantenuto e oggi ne stiamo pagando le conseguenze. Coerenza, perché è il nostro percorso. Sulla parola verità ci abbiamo riflettuto a lungo. Perché ci sarebbe piaciuto usare pace o giustizia ma crediamo che la verità stia prima di queste parole».

Rappresenta dunque l’anti-sistema della politica? «Il governo Giallo-Verde del 2018 era l’unico esecutivo che aveva delle potenzialità per esserlo ma poi hanno fallito. Noi invece siamo con la gente, per la gente. Siamo la vera lista civica e non come quelle di “palazzo” che vedono in campo Elena Ugolini o quella di Michele de Pascale».

Cosa vi differenzia? «Tutto. Ricordo agli elettori che la Ugolini è stata sottosegretario nel governo Monti, quello che ha inserito in Costituzione la legge di Stabilità, e ha tolto più fondi alla sanità. Dall’altra parte abbiamo quella di “Michele von der Leyen”».

La sua idea di sanità qual è invece per questa Regione? «Niente vaccini e una medicina fondata sulla salute dei cittadini, concentrando gli sforzi sugli stili di vita e anche sull’introduzione di medicine alternative come la omeopatia».

Sul lavoro che progetti ha? «Che è stato tutto sbagliato, ad esempio, nell’aver interrotto l’importazione di gas dalla Russia. Se in Berco oggi c’è la crisi è perché non siamo competitivi dal punto di vista dei costi energetici. Poi c’è il tema dell’inflazione. Oggi sono solo le banche che guadagnano. E mi faccia aggiungere una riflessione anche sulla sicurezza. Un tema in cui anche la Destra ha fallito perché è espressione dei poteri forti. Perché sono proprio le multinazionali che sfruttano le persone nei paesi poveri e questi dunque scappano».