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Ferrara cresce nei pernottamenti: ribaltato il dato della Regione

Ferrara cresce nei pernottamenti: ribaltato il dato della Regione

Con la tassa di soggiorno cambia tutto e il sindaco evidenzia: «Abbiamo rilevato una discrepanza»

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Ferrara La città estense cresce in presenze turistiche e pernottamenti. Un aumento che sembrerà anomalo per chi ha seguito le puntate precedenti e ha letto di un -20,5% degli arrivi nel capoluogo tra gennaio e settembre 2024 rispetto allo stesso periodo nel 2019, così come un -10,3% della ricettività in confronto a cinque anni fa. Ma fermi tutti, quei dati sono «sbagliati e sono stati riportati, anche per anni, senza tenere conto di alcuni fattori». A farlo presente è direttamente il sindaco Alan Fabbri, che sul turismo si batte da tempo per rimarcare il ruolo di prim’ordine che Ferrara ha acquisito. E i dati reali, che rispecchiano una verità che solo da Palazzo del Municipio sembra possa uscire, «sono completamente opposti rispetto ad una narrazione che è stata data». Un “racconto” basato finora sui numeri provvisori – così come specificato nei rapporti in questione – comunicati dalla Regione. Dati che l’amministrazione ferrarese ha spesso smentito a parole e ora decide di ribaltare con prove tangibili, tirando fuori dal cilindro un indicatore che nel dibattito non era ancora emerso: la tassa di soggiorno.

È grazie a questa imposta che il sindaco Fabbri chiarisce che «i pernottamenti salgono del 21,7% rispetto al 2019: da gennaio a settembre sono stati raggiunti i 377.886 pernottamenti, oltre 67mila presenze in più rispetto a cinque anni fa (310.556, ndr). La discrepanza che, attraverso la dirigenza preposta della Regione Emilia Romagna, abbiamo evidenziato – continua il sindaco – è che 89 strutture ricettive non hanno ancora comunicato alla Regione i dati dei pernottamenti nel periodo gennaio-settembre 2024, però sono strutture ricettive che esistono e hanno ospiti».

«La matematica non è un’opinione» sottolinea giustamente Fabbri: numeri e dati vanno sempre letti con l’oggettività che li contraddistingue, positivi o negativi che siano, senza la pretesa di manipolarli o celarli per nascondere la realtà delle cose. «Nessun attacco verso queste strutture, anzi cercheremo anche attraverso le associazioni di categoria di sollecitarle da questo punto di vista perché non è obbligatorio comunicare i dati alla Regione, al contrario della tassa di soggiorno», puntualizza il sindaco.

«L’imposta viene liquidata trimestralmente al Comune di Ferrara – notifica l’assessore al Turismo Matteo Fornasini – e dal dato aggiornato al 30 settembre siamo sopra di oltre 57mila pernottamenti rispetto al dato della Regione nei primi nove mesi dell’anno». La differenza, dunque, sta tutta in quelle 89 attività (grandi alberghi, bed and breakfast, affitta camere) che permettono al capoluogo estense di registrare il segno più nel delicato e tanto dibattuto dato sui pernottamenti. «Non sappiamo se anche negli passati siano le stesse strutture» precisa a margine Fornasini, che aggiunge: «Sugli arrivi la Regione segna 161.750 persone, mentre il nostro dato aggiornato è di 208.689 da gennaio a settembre 2024». L’obiettivo per il 31 dicembre 2024 sono i «500mila pernottamenti», illustra Fabbri e la speranza è che Ferrara possa anche superare questo traguardo.