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L’analisi

Ferrara, il centrodestra si lecca le ferite: passo falso nella provincia “feudo”

Fabio Terminali
Ferrara, il centrodestra si lecca le ferite: passo falso nella provincia “feudo”

Il crollo dell’affluenza penalizza, sorprende la netta sconfitta nel capoluogo. Bene a Cento e nel Basso Ferrarese. FdI +20% sulla Lega, delude Forza Italia

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Ferrara Al di là delle ragioni della propaganda e della necessità di mobilitare il proprio popolo, nessuno o quasi nel centrodestra credeva nella possibilità di vittoria di Elena Ugolini. Un mancato traino, in termini di motivazioni, che ha riverberato i suoi effetti sul voto in provincia, con la drammatica emorragia di elettori che sembra aver colpito maggiormente il fronte alternativo alla sinistra. E mai come in questi ultimi tempi, dato il disastro generalizzato per quanto riguarda l’affluenza, vince chi porta alle urne i suoi.

Ne è venuto fuori un sostanziale pareggio, smentendo i risultati delle competizioni più recenti e ammaccando piuttosto vistosamente la definizione di “Ferrara feudo del centrodestra” che aveva portato la Ugolini a chiudere la campagna elettorale in città. Dove sono mancati i voti personali targati Alan Fabbri. Un fattore che non potrà che portare a riflettere il centrodestra.

Duello fino alla fine

Tra le due coalizioni, nel corso dell’intera giornata di scrutinio, è stato un testa a testa nel Ferrarese. Sorpassi e controsorpassi tra Elena Ugolini e Michele de Pascale. Alla fine a spuntarla è stata la compagine che appoggiava il sindaco di Ravenna, per un’incollatura: circa mezzo punto percentuale, qualcosa come 600 voti. Una storia ben diversa rispetto a quella delle consultazioni regionali del gennaio 2020, quando il centrodestra (candidata alla presidenza Lucia Borgonzoni) vinse nettamente nella nostra provincia con il 54,9% dei voti, contro il 40,8% del centrosinistra guidato da Stefano Bonaccini, il quale peraltro a differenza di questa volta non poteva contare come alleato il Movimento 5 Stelle. Altra epoca, si dirà – e ancora il Covid era di là da venire –, eppure uno dei metri di paragone per valutare l’esito deve essere quello.

Le liste

In termini di rapporti di forza interni alla coalizione, nessuna sorpresa è arrivata: si conferma il primato indiscusso di Fratelli d’Italia, tuttavia con una percentuale (27,6%) inferiore al 34,7% delle Europee, quando ovunque era candidata Giorgia Meloni, a proposito di traino. Ben distante la Lega con il 7,8%: nello scorso giugno aveva fatto segnare quota 8,8%. Forza Italia ha chiuso con il 5,7% ed è la forza politica che più delle altre ha subito la concorrenza, sul versante moderato, della lista civica personale della candidata alla presidenza Ugolini, che porta a casa un buon risultato con il 5,7% dei voti.

I territori

Venendo alle sfide nei diversi comuni, come detto spicca la sconfitta del centrodestra nel capoluogo (circa 11 punti e mezzo dietro il centrosinistra). Nel resto della provincia, hanno avuto segno ben diverso altri confronti. Per fare qualche esempio, a Cento vittoria di ampio margine del centrodestra (+12,5%), così come in altri luoghi amministrati dagli avversari: netto l’esito favorevole di Codigoro (+16,3%), poi Portomaggiore (+5,8%), ad Ostellato si è sotto per un soffio (-1,1%). Goro è come al solito un assolo per FdI e soci (vetta a quota 79,8%), nella vicina Comacchio si esulta (+15,6%). Si mantengono ben salde Bondeno (+7,7%) e Terre del Reno (+14,9%), si sorride meno in altri territori come Poggio Renatico, Tresignana e Fiscaglia, dove vince il centrosinistra. Quasi pareggio, invece, a Copparo.

Il futuro

Dopo la scorpacciata di urne di questo 2024, tra la massiccia tornata delle Comunali unitamente alle Europee e poi le Regionali, è il momento di rifiatare. Ma non a lungo. Nel 2025, infatti, si voterà per le amministrative a Comacchio e Bondeno, che attualmente vedono in carica due sindaci eletti con il centrodestra: Pierluigi Negri in laguna (dove però le fibrillazioni tra “cugini” sono dirompenti e ormai assodate, con Fratelli d’Italia che da tempo è uscita dalla giunta) e Simone Saletti nel territorio matildeo (primo cittadino civico nel tradizionale feudo leghista). Ma questo è il prossimo giro di giostra