Regione, in Consiglio Calvano-Zappaterra (Pd) e Balboni (FdI): gli scenari
C’è un rinnovamento parziale per la “squadra” ferrarese che però può anche cambiare
Ferrara La certezza a tarda ora ancora non c’era, vista la complessità del meccanismo elettorale regionale, ma tutte le indicazioni andavano in direzione di un rinnovamento solo parziale della compagine ferrarese in Consiglio regionale. Dei tre consiglieri a disposizione del nostro territorio, infatti, due ne vanno al Pd e uno a Fratelli d’Italia. E l’andamento delle preferenze ha portato a premiare da una parte Paolo Calvano e Marcella Zappaterra, impegnati in un “derby” davvero tirato, probabilmente mai visto con questa intensità a livello provinciale; e dall’altra Alessandro Balboni, leader dei meloniani e vicesindaco in carica. Il rinnovamento è solo parziale, appunto, perché per Zappaterra è una conferma sugli scranni di via Aldo Moro, dove nella passata legislatura ha ricoperto l’incarico di capogruppo dem, mentre Calvano è assessore regionale uscente al Bilancio, dopo essere stato scelto da Stefano Bonaccini quattro anni fa, essendo rimasto fuori dalla competizione elettorale. Prima volta in assemblea regionale, invece, per Balboni, che non ha avuto avversari nella sua lista (in un partito organizzato e verticista come Fratelli d’Italia le sorprese non sono previste, almeno a Ferrara), ed ha comunque goduto di appoggi di alto livello. Il meloniano prende il posto, in sostanza, di Fabio Bergamini, il consigliere uscente leghista che si era comunque ripresentato per una corsa tutta in salita; già si sapeva, invece, della mancata conferma di Marco Fabbri, in quanto escluso dalla lista dem.
Si tratta di un risultato certo non inatteso, nel senso che i dem erano accreditati di elevate chance di conferma del doppio consigliere, nel caso di vittoria di de Pascale, anche se appunto esisteva un margine d’incertezza in proposito. E i risultati elettorali delle ultime tornate costruivano attorno a Balboni una solida base numerica da cui partire per la conquista della Regione, che era stata tra l’altro dell’attuale deputato Mauro Malaguti prima dell’exploit della Lega.
Non è però affatto detto che la fotografia degli eletti ferraresi rimanga questa, anzi.
Il derby delle preferenze tra Calvano e Zappaterra era infatti funzionale anche a definire gli equilibri interni di forze in vista del vero “premio” di questa tornata elettorale: la poltrona di assessore della giunta de Pascale che toccherà (questioni di equilibri territoriali da mantenere) ad un dem ferrarese. Il risultato delle urne avrebbe avuto un peso importante, evidentemente, in caso di netta prevalenza dell’uno o dell’altro, mentre il risultato di ieri sarà interpretato come un sostanziale pareggio. A questo punto la patata bollente finisce direttamente nelle mani di de Pascale, sul quale potranno pesare fattori come l’equilibrio di genere o, dall’altra parte, l’esperienza amministrativa di Calvano. In caso il presidente scegliesse uno dei due, si aprirebbero le porte del Consiglio regionale per Carlotta Gaiani, terza nella corsa alle preferenze dem. Ma per uno dei due eletti ci potrebbe esserci la prospettiva di una “scalata” ai vertici del Consiglio regionale, dato il peso politico di entrambi.
Balboni, invece, dovrà decidere se accettare la nuova carica e dimettersi da vicesindaco e assessore, oppure se fare il contrario. Le due cariche sono infatti incompatibili. Il presidente provinciale di Fratelli d’Italia ha scelto di fare da traino per la lista, ma in questi anni ha sempre fatto intendere di voler coltivare un progetto ferrarese a lungo termine, che guarda alla scadenza del doppio mandato di Alan Fabbri per proporsi come suo successore. Inoltre le prospettive di un consigliere di opposizione sono ben diverse da quelle di un amministratore. Tutto lascia pensare, insomma, che Balboni resti a Palazzo Municipale, e in questo caso a sedersi sullo scranno del Consiglio regionale sarebbe Fausto Gianella, largamente secondo nelle preferenze di lista, che può anche “lucidare” il super risultato ottenuto dal partito a Goro, dove lui lavora come presidente della coop “La Vela”, ed è coordinatore di circolo.