Ferrara, alle regionali astensionismo alto: «La gente preferisce fare altro»
L’affluenza crolla. Le ragioni di chi si è astenuto: «I politici ci hanno tolto l’entusiasmo»
Ferrara Scarsa affluenza alle urne: un crollo a livelli drammatici nelle Regionali. A Ferrara si è espresso solamente il 43,12%. Abbiamo chiesto alla piazza il motivo di tanto disamore verso la politica. Studenti, pensionati e lavoratori alle prime armi ci hanno detto la loro su cosa sta succedendo.
Poca fiducia «Chi non è andato non sarà probabilmente soddisfatto della situazione politica, anzi dei politici – dice Giorgio, che a votare tra domenica e lunedì c’è andato –. C’è evidentemente poca fiducia, nessuno si sente rappresentato, io sono convinto della mia idea e ho fiducia in chi mi rappresenta, in una democrazia il senso civico è importante. Per quanto mi riguarda non sono soddisfatto dell’esito». «Ci sono tanti motivi per cui non si va a votare, c’è tanta delusione sia dalla destra che dalla sinistra, difficile dire cosa è giusto e cosa è sbagliato, troviamo la migliore idea per fare andare meglio le cose – spiega Tommaso, giovane commercialista –; ci sono idee di destra e di sinistra, la gente preferisce fare altro».
«Sono pendolare» «No, non siamo andati a votare», è la riposta che ci viene data più spesso senza entrare nel merito. È difficile anche ipotizzare tutti i motivi, anche se a ben vedere, proseguendo la nostra indagine, scopriamo anche motivazioni interessanti, anche da parte di chi è andato a votare. «Io non sono andata a votare per motivi universitari – aggiunge Valentina –: essendo pendolare non riesco ad essere sempre qui per votare, ma è giusto andare a votare, se fossi rimasta in città l’avrei fatto». La domanda mette in difficoltà i votanti, gli aspiranti tali o chi proprio non ce l’ha fatta. «Non sono andato – spiega Andrea –, avevo tempo lunedì però chiudeva alle 15 ed ero a lavorare, fosse durato sino alle 23 ce l’avrei fatta. Secondo me è stata poca pubblicizzata l’elezione, l’ho addirittura scoperto solo negli ultimi giorni dal telegiornale». «Non ho la residenza qui – aggiunge Serena –, banalmente per questo non ce l’ho fatta; lavoro qui da poco, ma non sono di Ferrara nonostante abbia studiato qui; ripeto, comunque, non potevo andare a votare qui quando sarà possibile lo farò». Il senso civico è il cavallo di battaglia di chi crede nella politica e nei suoi valori, ci sono molti ragazzi in centro che ci credono e spingono tutti a farlo. «Invito tutti ad andare a votare, per me sono andate bene queste elezioni – è il commento di Alessandra –, finalmente una ventata di positività in questo grigiore».
C’è stanchezza «Non sono andato a votare perché provo disamore nella politica – spiega invece Simone –, colpa probabilmente dei politici che hanno tolto entusiasmo alla gente. In molti si sono stufati di andare alle urne pensando che tanto è inutile. Un po’ li capisco, perché anche per me non è facile. L’idea è che comunque ad ogni elezione, l’eletto preferisca fare i propri interessi una volta raggiunta la poltrona. Colpa probabilmente di una classe politica che non ha saputo sfruttare le occasione che ha avuto per cambiare questa opinione diffusa». Non è solo una questione di voto, anche durante gli incontri elettorali si è registrata una presenza di pubblico con un’età media piuttosto alta. Anche questo dato fa pensare che non solo manchino i politicanti ma anche chi ha voglia di impegnarsi nella politica e i tempi è proprio il caso di dirlo sembrano essere cambiati.
«Che peccato» «Per me è senso civico andare a votare, i giovani non ci sono andati – dice Riccardo –, ormai sembra che la politica interessi solo pensionati, o poco ci manca, un vero peccato. Sembra quasi che per i giovani sia una perdita di tempo, mentre a me piace e penso anche che sia l’unico modo per cambiare le cose». La scarsa affluenza resta un dato preoccupante per molti. «È necessaria una svolta culturale – dice Francesco consulente bancario di Piacenza – perché è importante andare a votare».
«Diritto da esercitare» «È troppo bassa l’affluenza alle urne – conclude Elisabetta, un’insegnante in pensione –, è importante andarci, nulla cambia se non usiamo i nostri strumenti di democrazia, sfruttiamo quelli che abbiamo». Sono queste le sensazioni di una piazza che ha dato in buona parte manforte alle sensazioni scaturite dall’affluenza alle urne, scarsa, molto al di sotto di quanto servirebbe per quello che una volta si sarebbe detto necessario al buon governo.